di Lucio Fero

Se solo un terzo delle cose annunciate ieri per via di narrazione-informazione si fosse trasferito nella realtà di oggi…Si leggeva e si scriveva di rischi di rifornimento per i supermercati, di aziende costrette a fermarsi per mancanza di scorte, di Tir fermi ovunque, anzi deserti di relativi autisti, di porti neanche a parlarne, tutti chiusi. Di tram, bus e metro con corse dimezzate o peggio, di bar e ristoranti senza nessuno o quasi a servire il caffè o gli spaghetti.

Il Venerdì Nero appunto, il Grande Blocco, l’Italia paralizzata nel e a causa del Green Pass day. Venerdì 15 ottobre, primo giorno del Green Pass come condizione per accedere ai luoghi di lavoro, nella realtà un giorno pieno di problemi, qua e là difficile ma nessun Grande Blocco. I supermercati sono pieni e riforniti, i Tir camminano sulle autostrade, davanti ai porti (non tutti) i presidi della protesta ma i porti sono aperti, le colf e le badanti sono al lavoro come sempre, bus e metro vanno (magari con le consuete lentezze), le aziende lavorano…

Annunciare l’apocalisse è da tempo un format, obbligato e obbligatorio, della informazione (e parliamo di quella ufficiale, quotidiani, tv, radio). Quando un quartiere di una città si allaga, l’annuncio è “New York sott’acqua”. Il giorno dopo si sorvola sulla circostanza per cui i newyorkesi non sono tutti affogati essendo finiti con la loro città “sott’acqua”. Caos e tilt sono sostantivo obbligati ogni volta che c’è un problema e gli investiti del problema finiscono regolarmente “in ginocchio”.

L’informazione adotta il format di annuncio di una tempesta, anzi nubifragio, anzi alluvione. E poi esce a far due passi senza neanche un ombrello. Se credesse a quel che ha annunciato, metterebbe galosce e pastrano. Ma non ci crede, lo annuncia e basta. Anche così si uccidono le aziende editoriali, ma questo è altro discorso. L’incapacità della informazione di normalmente annunciare problemi e difficoltà spiega in parte il divario tra l’Italia paralizzata annunciata per oggi e l’oggi come è davvero nella realtà.

Atm azienda trasporti Milano: 272 non vaccinati su 9.700, più o meno il tre per cento. Porto di Trieste: 260 su 1.600 i portuali che aderiscono al sindacato che esige il ritiro del Green Pass. E qualche legittimo taglio va fatto sulle stime apocalittiche di due milioni di badanti e colf senza vaccino, così come sul 20 per cento di uomini e donne in divisa non vaccinati. I numeri veramente forieri di grandi difficoltà sono quelli della logistica. Ma qui l’obbligo di Green Pass complica appena qualcosa di già arrancante. Le linee logistiche in tutto il pianeta sono tese tanto da allungarsi qua e là fino a spezzarsi.

Mancano autisti in Gran Bretagna che ha fatto ricorso ai militari, mancano autisti in Italia. Mancano soprattutto container e navi e tempo. Il prezzo medio di un trasporto transoceanico è raddoppiato perché sono raddoppiati i tempi, 80 giorni quando ne bastavano 40/50 per la stessa rotta.  Negli Usa aziende attendono pezzi da assemblare anche per tre mesi, scarpe Nike scarseggiano nei negozi, qua e là limiti alla quantità acquistabile di carta assorbente, alberi di Natale finti già su di prezzo del 25%.

E’ la logistica post Covid: troppe merci e tutte insieme e tutte in fretta, aziende che non hanno e non vogliono avere più magazzino, domanda di consumo che riparte e quindi intasa le vie della logistica peraltro rallentate da carenza di materie prime e semi conduttori (provate ad ordinare una vettura e vedrete allungatissimi i tempi di consegna). E numeri pesanti quelli del lavoro nei campi. Nella logistica anche meno degli apocalittici uno su tre camionisti senza Green Pass e nei campi il presumibile alto numero di non vaccinati (lavoratori tenuti fuori legge, figurarsi se vaccinati) possono creare ingorghi, rallentamenti produttivi, insomma guai e difficoltà. Ma il Grande Blocco causa rivolta contro Green Pass non è nei numeri e non è nelle cose. Però la forza del movimento e del sentimento No Pass e No Vax non si misura da un porto aperto o da un Tir che viaggia. E’ una forza più profonda, più forte dei suoi stessi numeri.

Quando i portuali, oggi eroi della destra anti Green Pass, avranno il loro rinnovo contrattuale, quando i portuali avranno avuto modo di calcolare quale pessimo affare sarebbe per loro stessi fermare i porti che oggi lavorano come non mai, quando si saranno fatti davvero i conti e si sarà visto che i tre milioni abbondanti di lavoratori non vaccinati non si traducono in altrettanti militi e militanti No Pass-No Vax…allora non si sarà misurata la vera forza No Pass-No Vax. Da millenni, da quando è storia umana, in presenza di una pestilenza buona parte della popolazione ha sempre attribuito il “castigo” alle colpe e trame di qualcuno d’altro. Questo qualcuno era quello che aveva offeso gli dei o più tardi l’unico dio. Andava scovato, individuato, punito, messo al rogo, linciato in senso materiale prima ancora che metaforico. Caduta l’ira divina come motore della pestilenza, oggi resta il bisogno di gran parte delle popolazioni di scovare, smascherare e punire.

Chi? Come sempre nei millenni precedenti il chi è soprattutto chi dice di sapere, chi prova a curare, chi organizza le misure anti pestilenza. Medici, scienziati, medicina, scienza e finanza, aziende, governi, istituzioni e…fatti. Tutti trescano con la pestilenza e tutti quelli che trescano con la pestilenza lo fanno per fini, oscuri sì, ma chiaramente ai danni della gente comune. Vanta secoli l’idea che pestilenze e relativi tentativi di cura siano strumenti per controllare o eliminare.

L’anti vaccinismo esiste fin da prima che ci fossero i vaccini. Contro la pestilenza c’è, secondo seducente e militante idea per gran parte della popolazione, solo di efficace scovare, smascherare e punire chi la pestilenza l’ha inventata-inoculata. Punire medici, governi, vaccini e vaccinatori, quarantene e pass, finanza e giornali, industria e laboratori…Punirli per purificare dai trescatori con la pestilenza e la pestilenza sparirà. E? quella del sentire No Pass-No vax una forza che viene dal lato profondo e oscuro delle società degli umani. La si può contenere, più o meno. Contrastare con la forza della ragione, della scienza, con gli argomenti dei fatti, dei numeri, con un venerdì ad esempio che di apocalisse non è, no questo non è possibile. E’ questa impossibilità appunto la forza No Pass-No Vax.