di Matteo Forcinitti

Il 21 ottobre del 1921 è una data molto importante per Paysandú, città del nord ovest dell’Uruguay. All’interno di una zona rurale abitata prevalentemente da italiani nasceva la Scuola numero 57 che ha appena celebrato il suo centesimo anniversario con una grande festa nel ricordo delle origini che hanno portato nel 2019 al cambio di nome in “Italia”: questo riconoscimento è arrivato dopo un lungo iter legislativo iniziato durante i primi anni del duemila e approvato alla fine del 2018 prima di diventare operativo dopo alcuni mesi.

 

 

 

 

 

 

 

In prima fila nella richiesta del cambio del nome e adesso anche nei festeggiamenti per il centenario c’è stata l’Associazione Lucana di Paysandú con cui la scuola intrattiene una proficua collaborazione come racconta a Gente d’Italia il presidente Martin Mamarca: “Essere presenti ai festeggiamenti e vedere tutta la felicità dei bambini per noi è stato senz’altro motivo di grande orgoglio perché tutta la comunità italiana è molto affezionata a questa scuola. Il nostro è uno dei dipartimenti dell’Uruguay con la più alta incidenza di popolazione di origine italiana che la possiamo trovare in più del 60% della popolazione. Questo nome per noi così speciale lo avrebbero potuto prendere tutte le altre scuole eppure solo questa ci è riuscita”. Il perché è semplice da capire e riguarda le particolarità del territorio che ospita il centro educativo. “Questa zona ha un legame speciale con l’Italia. Nei secoli scorsi qui si stabilirono tanti immigrati provenienti da diverse regioni avviando una grande produzione agricola soprattutto con la frutta. Nel tempo le caratteristiche sono cambiate ed è diventata una zona industriale che ha saputo accogliere anche molti operai italiani. A partire dagli ultimi anni tutta l’area è stata interessata da un forte sviluppo, oggi italiani ne restano pochi anche se ci sono tantissimi discendenti”.

Proprio per via di questo storico rapporto l’associazione lucana da tempo collabora con la scuola partecipando al gruppo formato da genitori e insegnanti che si occupa del miglioramento della parte edilizia e delle infrastrutture intervenendo ogni volta che è necessario: “Anche se il nostro gruppo è legato alla Basilicata in realtà noi cerchiamo di unire tutti gli italiani al di là delle differenze regionali. Ecco perché partecipiamo attivamente alla vita di questa istituzione che per noi ha qualcosa di molto speciale”.

Quella di giovedì è stata solo la prima parte dei festeggiamenti per il centesimo anniversario della Scuola 57. Il 3 dicembre è prevista una seconda celebrazione istituzionale con la partecipazione delle diverse autorità ministeriali e scolastiche.

“La nostra scuola è fortemente legata al territorio dove è nata” afferma la direttrice Cecilia Cabillón ripassando una storia iniziata nel lontano 1921. “Dopo una lunga battaglia accompagnata da una ricerca storica che abbiamo realizzato, siamo riusciti a far cambiare il nome e già questo rappresenta un traguardo notevole. Poter celebrare oggi questo importante anniversario è un motivo di grande soddisfazione nel ricordo dei fondatori. Il nostro obiettivo è quello di poter mantenere un rapporto con l’Italia che passi attraverso la cultura”.

A dire il vero quest’anno alla Scuola 57 è mancato quell’elemento che viene considerato da tutti come “fondamentale” per mantenere il legame ovvero l’insegnamento della lingua. Sono tante le contraddizioni italiane in Uruguay e anche Paysandú ne è coinvolto: “Nel 2019 e nel 2020 abbiamo usufruito dei corsi di italiano organizzati dal Casiu, cosa che purtroppo quest’anno non è stato possibile. Ci dispiace tanto e speriamo che dal prossimo anno i corsi possano essere ripristinati perché sarebbe una cosa importantissima da mantenere. Ma oltre ai corsi ci piacerebbe fare tante altre cose e poter avviare anche una collaborazione con una scuola italiana in modo che i bambini possano condividere le loro esperienze. Con l’aiuto della tecnologia tutto questo è possibile ma per farlo abbiamo bisogno dell’appoggio delle autorità italiane”.