Mario Draghi va avanti per la sua strada. Che poi è la via della saggezza e degli studi. E se è vero che i contagi anche in Italia sono in aumento, il presidente del Consiglio è pronto a correre ai ripari come è giusto che sia. Per esempio prorogando dalla fine di dicembre a marzo l’obbligo del green pass. Alla faccia dei ‘no-vax’ e delle loro assurde proteste e ripicche (a proposito, è di ieri la notizia di minacce di decapitazione al sindaco di Milano Beppe Sala, anche lui a favore del certificato verde).

Il primo ministro ha già dimostrato di non guardare in faccia a nessuno, anche dal punto di vista politico, per il bene dell’Italia e dei concittadini. Anzi, l’idea di Draghi è quella di spingere verso il vaccino appunto i… protestanti, che con una spesa più o meno di 200 euro al mese in tamponi, pensavano di tirare avanti fino al 31 dicembre. E invece così si troverebbero di fronte a dover pagare molto di più. Un muro di gomma, il premier.

Le parole pronunciate da Sergio Mattarella, il quale dopo aver ricordato “che in Italia la campagna vaccinale ha più successo che altrove”, puntando poi il dito contro i No Vax affermando che “non possono prevalere i pochi che vogliono far imporre le loro teorie antiscientifiche, con una violenza a volte insensata”, fa capire che l'idea è di restringere la protesta contro il vaccino e lo stesso certificato vaccinale.

“Ci vorrà cautela nel cancellare le misure restrittive. Toglieremo prima il distanziamento, poi le mascherine al chiuso e infine il green pass", ha spiegato Guido Rasi, ex direttore dell'Ema e attuale consigliere del commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo.