Si chiama Cristina Longhini la farmacista di Bergamo che non vuole fare i tamponi ai no vax.

“Mio padre – spiega – era tra le bare portate dall’esercito, non c’era un’ambulanza, abbiamo trovato un medico che venisse a visitarlo: aveva la saturazione a 65 e una settimana dopo è morto. Mi sono posta come farmacista vaccinatrice, ma non mi sono presa la briga di fare i tamponi perché non vogliamo sottoporci a una valanga di persone potenzialmente positive”.

“Negli ultimi tempi – dice spiegando la sua scelta – tutti quelli che volevano un tampone avevano un’aggressività unica. Ci dicevano: tu devi farmi un tampone perché io il lavoro non voglio perderlo. La mia scelta dunque deriva dal fatto che subire tutta questa rabbia e questo odio fa male”.

Poi conclude con quella che è la sua opinione sui no vax: “Le persone hanno paura di quello che non conoscono: la maggior parte non hanno capito come funziona e agisce il vaccino e quindi hanno paura di cose insensate”.