di Franco Esposito

Nelle bufere ci sguazza, è nel suo elemento naturale. Non per niente è inglese. Ma fino a quando potrà durare lo sconcio Dazn? Una cosa però è sicura, a prova di Var: il calcio è ancora in mezzo al terremoto. Trenta i giorni concessi agli incauti abbonati che pensavano di poter vedere tutto il calcio di serie A su Dazn, poveri illusi. Intanto, a breve, non potranno più condividere l'abbonamento per la visione di tre partite settimanali, come da contratto stipulato dalla parti con la Lega Calcio, non essendo ammissibile il regime monopolistico. Stupisce e in questo caso allarma la reazione/decisione di Dazn, evidentemente consci di aver fatto i suoi sporchi calcoli. Quando la partita è in contemporanea sulle due reti è evidentemente che il telespettatore privilegi Sky per una serie di semplici motivi. Migliore qualità delle immagini, migliore telecronaca dell'evento, superiore di grande lunga la presentazione-promo dell'evento. Quelli di Sky possono vantare dalla loro parte una maggiore esperienza dovuta all'esercizio costante e qualificante svolto negli ultimi anni. Novelli quelli di Dazn, in alcuni casi letteralmente novizi della materia. Al di là della parziale campagna acquisti effettuata per strappare qualche soggetto alla concorrenza: Cattaneo, Ambrosini. 

L'azienda inglese – la cui coscienza è doppiamente pelosa – prova a giustificare il cambiamento di rotta con una frase sibillina, che vorrebbe dire tatnto, ma in realtà non dice quasi nulla. "Così colpiamo la pirateria". Ovvero un bersaglio chiamato utopia. 

L'ottima ad Del Quattro, amministratrice di Dazn Italia, ha diffuso  in settimana i dati relativi agli abbonati Dazn. Buttata lì, per impressionare e realizzare un certo giro, la cifra raccontava di sei milioni di abbonati raggiunti da Dazn. A  fronte dell'insuccesso conclamato e rappresentato da Tim, attualmente impegnata ad eseguire impacchi sulla propria fronte. Gli abbonati sarebbero in milione e 20mila, certificativi di un caloroso flop, peraltro non del tutto inatteso. 

Sarebbero 700mila gli utenti che accederebbero alla piattaforma attraverso Tim. I contatti ricostruiti su Dazn per la nona giornata del campionato di sarebbero stati 6.9  milioni. Tornano intanto le proteste dei tifosi sui social. E anche gli esposti dei consumatori contro Dazn. Stavolta non è colpa dei ripetuti black out durante le partite di campionato, ma di quella decisione dell'azienda britannica che ha cancellato la doppia fruizione dello stesso  abbonamento. Un'opzione molto apprezzata. Dazn, a breve, comunicherà la modifica agli abbonati che, se non accetteranno, le nuove condizioni potranno recedere entro 30 giorni. 

E la Lega calcio che fa? C'è un contratto in essere, tutto è previsto e codificato. Nella Liga Spagnola, invece, è stato vietato da tempo il connubio per evitare un deprezzamento dei valori dei diritti tv. Ma l'argomento non è sufficienteplacare le proteste dei tanti clienti che minacciano la disdetta, oppure a frenare le iniziative del Codacons che si è rivolto ad Antitrust e Agcom parlando di una "marcia indietro" in grado di configurare una violazione delle norme civilistiche con una conseguente lesione dei diritti dei consumatori". 

Le perplessità riguardano soprattutto il fatto che la cosa avvenga a stagione iniziata. I termini dell'accordo fatti saltare col pallone in gioco. La sensazione è questa: si procede al ribaltamento delle regole partita in corso. Non succede quasi mai o non succede mai. La scelta di Dazn nascerebbe dalla constatazione che il venti per cento dei clienti rinegozia l'abbonamento su su circuito parallelo sfruttando proprio la doppia funzione. Esistono chat su Telegram o su siti Internet dove avvengono questi scambi che, di fatto, rappresentano una forma di pirateria commerciale.

Ma come la mette Dazn con l'ottanta per cento dei suoi abbonati che si comporta in maniera corretta? Clienti che ora dovranno rinunciare a un innegabile vantaggio. La decisione non è stata facile. É risultata al contrario molto sofferta anche per le possibili conseguenze che essa comporta. Facile che una parte di questi clienti possa andarsene e voltare definitivamente le spalle a Dazn. L'emittente inglese rischierebbe di ritrovarsi, almeno in Italia, con la mano davanti e l'altra dietro. Appare inoltre insicuro, per non dire problematico, il recupero degli abbonati dalla doppia fruizione.

Tim ha supportato Dazn con 340 milioni a stagione e anche in questo caso gira all'interno dell'azienda la parola flop. Dirigenti e maestranze nei panni dei pentiti. Trecentoquaranta milioni a stagione sugli 840 dell'offerta di Dazn per i diritti tv della serie A, chi ha perso un conoscente per guardare le partite potrebbe rivolgersi proprio a Tim, che offre tariffe molto economiche, comprensive di Champions. A quel punto non è escludibile un travaso che avvicinerebbe i dati attuali, ma quali sono i veri dati attuali? Due milioni Dazn e meno di 700mila Tim. 

E non mancano i giudizi caustici. Dazn non ne azzecca una, é questo il parere di un autorevole dirigente di club. Mentre la Lega Calcio, auspice il presidente Dal Pino, briga per la creazione della media company invocata dai club per avere una veste societaria del centro di produzione tv della Lega a Lissone. I club si sono riuniti in un albergo di Milano per dare un'accelerata al progetto. 

Ma i fulmini per un nuovo temporale ci sono tutti. La decisione di Dazn sul doppio abbonamento viene considerata una questione commerciale interna alla piattaforma streaming, e da prendere con le molle.