Avevano detto “mai col Partito Democratico”. Avevano chiesto che si parlasse piuttosto di Bibbiano. Poi di Bibbiano hanno parlato i magistrati ma nel frattempo si era consumato abbondantemente l’abbraccio con il partito di Enrico Letta, così hanno smesso loro di parlare di Bibbiano. Prima avevano tuonato contro i parrucconi e contro un Parlamento di super pagati e buoni a nulla, minacciando di riservare al Palazzo lo stesso trattamento che si riserva a una scatoletta di tonno.

Avevano anche teorizzato la democrazia diretta al grido di “uno vale uno” ma poi hanno scoperto la bellezza del potere, il “direttorio solo al comando” e poi “il capo politico solo al comando” divenendo un movimento verticistico per successive approssimazioni. Avevano imprecato contro i banchieri e contro lo “psiconano di Arcore” mentre adesso si trovano al Governo con Mario Draghi (il banchiere per eccellenza) e alleati con Silvio Berlusconi.

Potremmo andare avanti per ore a elencare le incoerenze dei Pentastar ma siamo sicuri che, per ogni punto, si potrebbe tranquillamente invocare la ragion politica o una qualsiasi supercazzola buona per giustificare la “furia francese e ritirata spagnola”. Però l’uscita di Giuseppe Conte sulle nomine Rai è veramente difficilmente giustificabile: “Carlo Fuortes (amministratore delegato della tv di Stato) non libera la Rai dalla politica ma ha scelto di esautorare una forza politica come il Movimento Cinque Stelle. Siamo alla degenerazione del sistema e per questo il M5S non farà più sentire la sua voce sui canali del servizio pubblico”.

Tradotto, ciò significa che, avendo la Rai tenuto fuori dalla lottizzazione il Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte pensa di palesare il proprio risentimento negandosi al servizio pubblico. Quindi è finito il tempo degli strali contro la lottizzazione ed è iniziato il frangente in cui si reclama a gran voce lo strapuntino, la partecipazione al tavolo spartitorio. Perché altrimenti non si capisce il senso del risentimento: se, invece di esautorare i Pentastar, avessero dato loro un posto nella tv di Stato, Giuseppe Conte avrebbe frignato lo stesso? Crediamo proprio di no. Triste parabola dei Cinque Stelle.

VITO MASSIMANO