di Matteo Forciniti

 

Con uno scrutinio segreto, inaccessibile alla stampa, le elezioni del Comites in Uruguay hanno segnato la vittoria della lista Maiu. Non è stata una vittoria qualunque, è stato un trionfo in un’elezione macchiata dalla scarsissima partecipazione e dalla clandestinità imposta dall’Ambasciata di Montevideo che si è prestata a questo gioco perverso. Intorno alle ore 15.30 di ieri mattina, infatti, presso lo sportello informativo Inform Italia di Avenida Brasil si stavano per concludere le operazioni di scrutinio quando è successo qualcosa di inaudito che merita di essere denunciato: dopo essermi presentato, la guardia di sicurezza mi ha negato senza alcun motivo l’ingresso al locale nello stupore dei pochi presenti. Bisogna sottolineare che le operazioni di scrutinio sono aperte al pubblico e infatti, come ha dichiarato a Gente d’Italia un rappresentante di una lista, tra i presenti c’erano anche diversi spettatori portati dalle liste nell’ufficio che si vanta di essere “aperto al pubblico per dare informazione” ma che poi chiude la porta a un giornalista che cerca di informare.  Dicono che ci sia stato un ordine perentorio da parte di qualcuno dei presenti proprio per voler punire questo giornale dato che la signora della sicurezza mi ha lasciato in attesa alcuni secondi fuori prima di ritornare e negarmi l’ingresso senza dire più nulla. 

Chi ha dato l'ordine di non farmi entrare? All'interno c'erano anche diplomatici del ministero degli esteri italiano che lavorano nella struttura diplomatico-consolare di Montevideo e che "sorvegliavano" i lavori degli scrutatori. Perché non sono intervenuti? Forse hanno avuto ordini precisi, dimenticando peró  che la legge vieta questi comportamenti dittatoriali e prevede che alle operazioni di scrutinio sia presente il pubblico, cioé anche i giornalisti.  O forse sono state commesse irregolaritá e non si vuole che siano di dominio pubblico? 

Eppure, alle ultime elezioni del Comites del 2015 tra le tante persone presenti c’ero anche io nel cortile della cancelleria consolare a fare il mio lavoro di cronista e seguire l’andamento di un’elezione democratica per poterlo raccontare ai lettori. Questa volta invece non è stato possibile. Come mai? Cosa ha spinto l’Ambasciata a cercare di mettere il bavaglio all’informazione? Per caso si vuole nascondere qualcosa su queste elezioni piene zeppe di sospetti con più di mille voti scomparsi nel processo di restituzione dei plichi?  E che giá - dicono i bene informati - sarebbero viziate da evidenti irregolaritá? 

Proprio pochi giorni fa, in una decisione storica, il Senato ha estromesso dalle sue file l’argentino Adriano Cario dopo le prove schiaccianti sui brogli avvenuti durante le elezioni politiche del 2018.  Il comportamento dell’Ambasciata, inusuale e gravissimo, non fa altro che gettare ulteriore benzina sul fuoco e alimentare questi sospetti. Evidentemente, la trasparenza è vissuta con certo un fastidio da parte dei rappresentanti diplomatici italiani profumatamente pagati per essere allergici al giornalismo indipendente e abituati a muoversi su questa linea ambigua come hanno dimostrato più volte in passato dalla costruzione del nuovo consolato fino al tragico caso della morte di Luca Ventre. Le elezioni del Comites del 2021 si inseriscono in questo triste cammino intrapreso dall’Italia in Uruguay negli ultimi anni.

In attesa dei dati definitivi, a cantare vittoria oggi è solo il capofila del Maiu che al suo ennesimo tentativo di accaparrarsi una poltrona tra Italia e Uruguay, tra un partito e un altro, si appresta finalmente a prendere il controllo totale di un Comites farsa che sorgerà dalle macerie: la lista 2 Maiu (Movimiento Asociativo Italo Uruguayo) ha distrutto la concorrenza arrivando ad ottenere la maggioranza assoluta dell’organismo (dovrebbe conquistare 10 seggi) superando le altre due liste messe insieme, le grandi sconfitte, Rinnovo e -soprattutto- Unitalia. Ma in realtà gli unici veri sconfitti di queste elezioni sono i cittadini italiani residenti in Uruguay, piú di 132mila, che si ritroveranno ad essere rappresentanti da un organismo illegittimo votato da 3400 persone nel silenzio generale imposto dall’Ambasciata. E  che sará sicuramente contestato in ogni sua decisione... Intanto, denuncio l'accaduto all'Ordine dei giornalisti italiani, alla Federazione della Stampa e alla Farnesina. Non mi hanno consentito di svolgere il mio lavoro. In una struttura pubblica pagata dai contribuenti e dove, per legge dovrebbe essere accessibile a tutti.