Povero Giuseppe Conte. Dopo aver rinunciato a candidarsi per un seggio alle suppletive di Roma 1, dove avrebbe dovuto misurarsi con le velleità di Carlo Calenda (Azione), l'Avvocato di Volturata si accinge ad incassare un altro "schiaffo": oggi, infatti, a Montecitorio, si voterà il nuovo direttivo del Movimento 5 Stelle. Ebbene: dal capogruppo Davide Crippa (considerato un custode dell'ortodossia grillina) in giù, la pattuglia non è composta da gente ritenuta "fedelissima" del leader pentastellato. Conte avrebbe puntato volentieri sulle nomination di Riccardo Ricciardi e Michele Gubitosa, per i "vertici" del gruppo. Difficilmente però riuscirà a scalzare Crippa dal suo posto. Il tutto mentre la nomina dei comitati, sorta di commissioni tematiche del Movimento, promosse proprio dall'ex premier e costruite a sua immagine e somiglianza, rischia di alimentare ulteriori mugugni all'interno del M5S. In particolare a far discutere di più sembra essere stato il comitato Economico, affidato a Stefano Buffagni, ex sottosegretario del Conte bis (quello del governo giallorosso), che spesso ha arginato le tentazioni secessioniste di alcuni suoi colleghi. Il clima, insomma, non è proprio di quelli ottimali. Il momento, per dirla tutta, è delicato assai per l’ex presidente del Consiglio, tuttora sotto attacco all'interno del partito grillino e con gli alleati (leggi Pd) che hanno preso decisamente male il suo "no, grazie" alla corsa per le suppletive di gennaio. Durante le votazioni per il nuovo Capo dello Stato l'ex Avvocato del popolo potrebbe, infatti, anche pagare dazio al mancato controllo dei gruppi parlamentari. Un'eventualità, quest'ultima, che Letta e compagni, candidandolo e sponsorizzandolo per uno scranno alla Camera, avrebbero voluto scongiurare potendo fare affidamento su un alleato fidato tra i banchi dell'emiciclo di Montecitorio.