Sarà, questa, una settimana molto importante in merito alle nuove regole per la quarantena in Italia. Oggi, per esempio, si riunirà il Comitato tecnico scientifico, che ha anticipato di un giorno il tutto, proprio con l’obiettivo di prendere quanto prima le decisioni migliori per tutti.

In particolare si sta valutando la possibilità di ridurre i sette giorni di isolamento per i vaccinati entrati in contatto con un positivo, almeno per chi abbia già ricevuto la terza dose. Inoltre le Regioni sono pronte a inviare al Comitato tecnico-scientifico un documento in cui si denuncia come in molti territori sia saltato il sistema di tracciamento dei contagi da coronavirus. Per questo, sostengono, è necessario l'azzeramento della quarantena per le persone che hanno fatto le tre dosi di vaccino.

Anche Matteo Renzi, leader di Italia viva, chiede di non bloccare il Paese. "Il Covid, per chi si è vaccinato, si sta “raffreddorizzando” dicono gli esperti. E, dunque, è meno aggressivo e più contagioso. Ma proprio per questo rischiamo di bloccare il Paese per le regole della quarantena”, ha scritto l’ex premier nella sua ultima enews. E poi ancora: “Stiamo sostanzialmente imponendo quarantene in modo indiscriminato anche ai vaccinati. E questo provocherà, nel prossimo mese, il blocco di interi settori dell’economia. Si aggiunga che, con queste regole, la scuola torna in DAD di fatto prima della fine di gennaio. La mia proposta? Vaccini obbligatori sul lavoro, Green Pass solo ai guariti e ai vaccinati, anticipo della terza dose (in Francia stanno andando a tre mesi, in Israele sono pronti alla quarta dose), ma basta quarantene ai vaccinati”.

Sulla stessa linea il presidente della Liguria Giovanni Toti: “Basta quarantena per i contatti dei positivi, bisogna cambiare le regole e bisogna farlo al più presto prima che si blocchi un intero Paese”. Molto arrabbiato con la politica Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell'ospedale Policlinico San Martino di Genova: "Andiamo verso quota 100mila contagi da Covid a breve e, pensando ai contatti, in dieci giorni avremo potenzialmente dieci milioni di italiani in quarantena, a casa. Non possiamo permettercelo né socialmente, né dal punto di vista economico e tutto sommato neanche da un punto di vista sanitario. Servono regole diverse da quelle seguite nella prima, seconda e terza ondata".