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Nessun dietrofront sulla scuola dopo la pausa natalizia: il governo ha preferito tirare dritto. In classe si ritorna puntuali il 10 gennaio. Senza, dunque, alcuno slittamento del ritorno sui banchi, come pure in un primo momento si era ipotizzato (e chiesto) da più parti, proprio a causa del dilagare della variante Omicron del Covid che sta facendo crescere il numero dei contagi. Tradotto in soldoni: resta confermata la linea segnata dal premier che nel corso della conferenza di fine anno aveva assicurato che non ci sarebbero stati posticipi. La prossima settimana, dunque, studenti e docenti saranno regolarmente in classe. Una decisione, questa, che ha fatto storcere il naso a più di un governatore, in particolare in Campania dove proprio oggi il presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca è tornato a chiedere un rinvio della riapertura.

CAMPANIA, DE LUCA NON CI STA
"Nel quadro attuale di diffusione del contagio fra i giovanissimi, mi parrebbe una misura equilibrata e di grande utilità il semplice rinvio del ritorno a scuola. Prendere 20/30 giorni di respiro, consentirebbe di raffreddare il picco di contagio, che avrà a gennaio probabilmente un'altra spinta, e di sviluppare la più vasta campagna di vaccinazione possibile per la popolazione studentesca" ha detto De Luca. "Non sarebbe una misura ideale - ha aggiunto - ma consentirebbe di riprendere a breve le lezioni in presenza con maggiore serenità per gli alunni, per le famiglie, per il personale scolastico".

NO DAD PER NON VACCINATI
Nel frattempo, proprio in queste ore, stanno emergendo le ipotesi di didattica a distanza (Dad) obbligatoria per i bambini non vaccinati. Ne ha parlato il sottosegretario Giorgio Mulè, intervenendo a Tagadà, il programma di La7, bocciando severamente tale ipotesi. "Sarebbe un grandissimo fallimento, non bisogna arrivare a questo ma agire con l'informazione e il buon senso sui genitori, affinché vaccinino i figli" ha detto Mulè. "Dobbiamo fare il mondo di portare i vaccini a scuola e realizzare una corsia preferenziale per i bambini e i loro genitori" ha aggiunto l'esponente del governo. Infine, sulla posticipazione della riapertura: "Non cambia nulla se si comincia la scuola una settimana dopo, si possono recuperare i giorni persi in estate" ha concluso il sottosegretario.