Depositphotos

DI STEFANO IANNACCONE

Sveglia, caffè e tampone di controllo, magari fai-da-te, per verificare la persistente positività o per scoprire se è arrivata la negativizzazione, da confermare poi con un test ufficiale. Ci mancherebbe. Così dopo la telefonata al capogruppo per capire come votare, ci si può mettere in movimento, in direzione Camera, dove ci sarà un drive-in per esprimere la preferenza e inserire la scheda nell'urna. L'indirizzo è fissato, al momento, nel parcheggio di via della Missione. "È uno spazio della Camera e salvaguarda il principio di contestualità del voto, garantendo un'adeguata privacy", spiegano ad Huffpost. Non è un "voto a distanza", ancora respinto dai vertici di Montecitorio.

Benvenuti così nella giornata tipo, si fa per dire, del grande elettore positivo. Perché se eleggere un Presidente della Repubblica è un evento raro, votarlo in compagnia del Covid è un fatto unico, almeno si spera, da raccontare ai nipoti. Al termine di un lungo braccio di ferro politico, i contagiati asintomatici potranno esprimere la propria preferenza per il Capo dello Stato, dietro precise indicazioni fornite da Palazzo Chigi. Il centrodestra aveva posto la questione come un principio ineludibile, il Partito democratico si è opposto, difendendo le ragioni sanitarie e della sicurezza di tutti. Sembrava l'ennesima baruffa destinata finire in un vicolo cieco. E invece prima l'Aula della Camera, poi la conferenza dei capigruppo a Montecitorio hanno chiesto al governo un protocollo da seguire, con Roberto Fico che ha fatto da mediatore.

Insomma, i deputati si sono assunti la responsabilità, passando la pappa all'esecutivo. A dire il vero non tutti i grandi elettori sono convinti della decisione. C'è chi lo vede come un privilegio, alla Marchese del Grillo. "Siamo alla sublimazione del 'Io so' io e voi non siete un...'", ha detto il deputato Raffaele Trano, ex Movimento 5 Stelle, tanto per chiarire in maniera colorita la sua contrarietà. Una tesi che invece è avversata in maniera compatta dal centrodestra, che parla di "rispetto delle prerogative costituzionali". "È un momento fondamentale della vita delle nostre istituzioni. In ballo c'è la tutela della rappresentanza democratica", è il ragionamento di Annagrazia Calabria, di Forza Italia. Al netto del dibattito, a Palazzo Chigi non erano pronti alla novità, non c'era una bozza sul tavolo. La questione è stata rimpallata al comitato tecnico-scientifico, a cui spetta il compito di indicare le norme. Nel fine settimana è atteso il provvedimento ad hoc, tra sabato e domenica si saprà tutto.

Di sicuro il positivo votante dovrà provvedere a raggiungere Roma nei prossimi giorni, perché ormai la prima votazione è alle porte. L'unico mezzo possibile è quello privato, in auto quindi, destinazione Capitale. Impossibile immaginare lo spostamento in treno, a meno di non prevedere vagoni speciali, ma sarebbe troppo. L'approdo, inevitabile, è nel suo domicilio romano, dove il grande elettore positivo dovrà rintanarsi, in rigoroso isolamento, uscendo con mascherina ffp2 a coprire naso e bocca, solo per l'espressione del voto. "Del resto", fanno notare parlamentari del centrodestra favorevoli a questo cambiamento, "già un privato cittadino può spostarsi, dopo l'autorizzazione dell'Asl, da una parte all'altra per motivate ragioni". Può farlo, tra i casi previsti, se un positivo vuole trascorrere l'isolamento in altro domicilio, evitando di stare nel nucleo familiare, quando è possibile.

La notizia ha provocato un po' di disappunto tra i segretari di presidenza, costretti ad accogliere i contagiati, seppure bardati con le mascherine, rigorosamente ffp2, e abbondante gel igienizzante. E con l'auspicio che la buona stella gli eviti la sorpresa del contagio. Al loro fianco ci sarà il personale di Montecitorio, addetto al rispetto delle norme sanitarie, con l'ingrato compito di provvedere alla sanificazione delle schede. Dopodiché l'urna dovrà essere trasportata, sotto vigile controllo, all'interno del Palazzo e unita all'altra per la lettura delle preferenze da parte di Fico.

Certo, una cosa sarà preclusa al positivo votante: la presenza nel giorno della proclamazione. In quell'occasione, per accedere a Montecitorio, è necessario un tampone negativo. E non c'è deroga che tenga, bisogna accontentarsi della televisione per ascoltare il nuovo Presidente della Repubblica.