Charlie Stillitano guida l'ufficio Lega a New York
di ROBERTO ZANNI
L'anticipazione era arrivata lo scorso dicembre. "La Serie A avrà la sua prima sede negli USA con l'obiettivo di ampliare la propria presenza nel Paese. L'apertura prevista per l'1 gennaio a Manhattan - scriveva Sports Business Journal -  La Serie A sta cercando di consolidare il suo rapporto con la detentrice dei diritti statunitensi CBS Sports e sviluppare nuove opportunità commerciali come accordi regionali con club e campionati, amichevoli ed eventi per i tifosi. L'ufficio di Manhattan dovrebbe essere seguito dall'apertura di uffici a Dubai e Shanghai per rafforzare l'espansione del campionato. Il progetto statunitense sarà coordinato da Charlie Stillitano, presidente esecutivo di Relevent Sports e Scott Guglielmino di ESPN".  Ai due si è aggiunge anche Marco Messina, una delle voci della Serie A negli Stati Uniti attraverso Paramount+ (che fa parte di CBS Sports) che si è aggiudicata i diritti della trasmissione negli Stati Uniti del campionato tricolore. Ma prima di raccontare tutto quello che di 'grandioso' la Serie A vuole fare negli States e nel globo terracqueo, è necessario fare un piccolo passo indietro, primavera/estate del 2021. In quel periodo infatti fu confermata la volontà proprio della Lega (che l'aveva annunciato nel novembre 2020) di chiudere definitivamente la finestra che permetteva agli italiani nel mondo (almeno 6 milioni i connazionali fuori dai confini) di seguire, nella nostra lingua, le partite della Serie A: via tutto a cominciare dalla 'Giostra del gol' la storica trasmissione che per un trentennio aveva accompagnato emigranti, figli, nipoti e pronipoti, ma anche quegli italiani che all'estero ci andavano periodicamente oltre a tutti coloro, non importa la nazionalità, il passaporto, che volevano guardare Inter, Juve, Milan e Napoli con il commento le storie, le interviste in italiano. Era stata la Lega Serie A, non si deve mai dimenticare, a voler cancellare quella nicchia in tutto il mondo ed era stata la Rai ad arrendersi subito, senza mai nemmeno tentare di combattere. 'Gente d'Italia' al contrario ci ha provato: non ha avuto paura di denunciare, lottare, coinvolgendo politici, provocando interrogazioni parlamentari, ascoltando rappresentanti Rai, testimoni, avvocati, tifosi di ieri e oggi, grandi giornalisti che avevano fatto la storia degli anni più belli di quella che oggi è soltanto una piccolissima e quasi anonima Rai Italia che ormai non rappresenta più nulla. In tutto questo, interpellata più volte, la Lega Serie A, a differenza di altri, non si era mai degnata nemmeno della più piccola risposta. L'arroganza del potere da parte di chi ha in mano lo sport più amato dagli italiani, in Italia e all'estero, ma che pensa solo a se stessa. Ora però, quasi contemporaneamente al vuoto lasciato con polemiche dal presidente che si è dimesso, Paolo Dal Pino (per andare proprio in America) in mezzo a una piccola/grande bufera, la Lega Serie A torna, certo in modo differente, a guardare all'estero. E se anche Charlie Stillino, più degli altri due compagni di banco di Manhattan, ha una enorme conoscenza del calcio a livello mondiale, ma soprattutto sa fino alle radici del movimento negli Stati Uniti (esperienza di decadi, contatti senza fine) non ci sembra lontano dalla verità affermare che il primo obiettivo, adesso negli USA siano proprio gli italo-americani. Certo tutti parlano inglese, in pochi sanno anche l'italiano, ma se davvero, come si sussurra, la Lega Serie A vuole organizzare anche un torneo negli States durante i Mondiali (progetto-scommessa: si vogliono portare le 20 di A in campo senza i migliori giocatori durante l'appuntamento più atteso dai fan di tutto il mondo) avere tenuto, con un minimo sacrificio economico, quella piccola finestra ancora aperta non sarebbe stato utile, non avrebbe dato anche una migliore immagine di tutto il movimento? Chissà se mai qualcuno vorrà rispondere...