Matteo Salvini (foto depositphotos)

Centrodestra a nervi tesi, tesissimi. Volano ancora “scintille” tra la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni e il segretario leghista Matteo Salvini. In mezzo, come a voler fare da “terzo incomodo” o, se preferite, da paciere, ecco spiccare il neocentrismo di Coraggio Italia di Giovanni Toti: "tutti si rendano conto che la politica di oggi non è la stessa di 5-7 anni fa" spiega il governatore della Liguria.

Galeotta fu – ancora – la partita legata all'elezione del "nuovo" Presidente della Repubblica, con il Carroccio (ma anche Forza Italia) che, alla fine, ha votato con il centrosinistra per la riconferma di Mattarella sul Colle del Quirinale. La “pasionaria” della destra italiana ha tagliato corto: "Su Mattarella Salvini non l'ho capito. Non accetto che in Italia per essere presentabili bisogna essere di sinistra".

"Alcuni partiti di centrodestra - ha rincarato la dose Meloni - tra scegliere la coalizione e rappresentare il loro campo e scegliere il governo con Pd e M5S hanno scelto quest'ultimo. E per me è un problema. Il centrodestra c'è se è alternativo alla sinistra, sennò non serve, non esiste. Io voglio essere alternativa alla sinistra" ha concluso, la presidente di FdI.

A stretto giro ecco arrivare la risposta del senatore lombardo. "Non cambio idea e non esco dal governo. Sono orgoglioso di quello che stiamo ottenendo, certo ci sono ministri che non brillano, ma non voglio certo stare alla finestra a criticare quello che fanno gli altri. Rimaniamo nell'esecutivo per dare il nostro contributo" ha sentenziato.

E poi, come a non volersi chiudere tutte le porte alle spalle: "Con Mastella, Renzi e Casini non ho nulla a che fare, io gli accordi li faccio con tutti coloro che si sentono alternativi alla sinistra. Chiamerò Giorgia Meloni, nonostante gli insulti".