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di Franco Esposito

Il fine settimana in Italia. Di tutto di più. Accadimenti qua e là sconcertanti, roba da mettersi nel mani nei capelli se non fossimo sintonizzati con una convinzione. Questa: in Italia, non solo in Toscana, il peggio pare non conosca il limite; in tema di bassezze lo sprofondo ancora non è identificabile. Proprio così, non s'intravvede. La scoperta negativa è all'ordine del giorno, ormai dobbiamo aspettarci di tutto. Lo sbando è diventata assidua presenza, attraversa i tempi della vita e ne scandisce momenti che alimentano brutti, orribili pensieri. 

Il fine settimana in Toscana racconta di un ragazzino di dodici anni che tenta una rapina a scuola. Un rapinatore in erba e una considerazione a margine: non siamo a Caracas e  neppure a Rio de Janiero, siamo lontani da Flynt negli Stati Uniti e da posti simili, siti di violenza storica e purtroppo tuttora dilagante. Episodio numero due: un quarantacinquenne dava droga anti fatica agli operai, spacciava ketamina. Il caporalato imperante al McDonald's di Lucca. Salari miseri, turni micidiali senza riposo, niente ferie. Due persone a processo. 

Di tenore diverso, ma uno scandalo comunque, il terzo accadimento. Una maestra di Conegliano assunta e licenziata quindici volte, tra il 2018 e il 2019, praticamente ridotta allo stato di lavoratrice a cottimo. Il tribunale di Treviso ne ha accolto il ricorso: il Miur condannato a pagare. Alla supplente saranno riconosciuti anche gli stipendi arretrati. Obbligato a pagare un istituto comprensivo, con cui l'insegnante aveva sottoscritto quindici contratti per supplenze temporanee per un totale di 1.500 euro, e non in base al part time di dodici ore settimanali che le avrebbe assicurato oltre 9mila euro. 

Spaccati di cattiva vita italiana. Veri paradossi, a ben vedere. Come definirlo altrimenti il bambino rapinatore con passamontagna e coltello in azione in una scuola di Pontedera? Quindici anni la vittima designata del precoce potenziale delinquente. Il tentativo di rapina posto in essere durante la ricreazione. Il dodicenne col viso coperto si mette all'opera, intima al quindicenne di consegnargli il denaro e cinque suoi degni partner riprendono tutto con lo smartphone. Alcuni studenti evitano che la rapina si consumi. Avvertono gli insegnanti e la brutta storia finisce con cinque minori denunciati. 

Il dodicenne non è imputabile, comunque si irtrova segnalato alla Procura diretta da Antonio Sangermano "per tentata rapina e porto di arma". A quella verdissima tenera età, avete presente? Per lui scatterà solo un procedimento civile. Il tribunale valuterà se i genitori necessitano del supporto educativo degli assistenti sociali. Passamontagna e coltello sequestrati nel corso della perquisizione dei carabinieri presso l'abitazione del piccolo aspirante rapinatore. Sorpresi e increduli i genitori del dodicenne,  che si sarebbe servito del fratello maggiore per attirare la vittima fuori dell'aula. 

La grave vicenda ha sparso sconcerto e amarezza. "Dobbiamo incentivare la cooperazione fra istituzioni e forze dell'ordine con le iniziative di contrasto al bullismo e al cyberbullismo", traccia la linea l'assessore all'Istruzione del Comune di Pontedera, Francesco Mori. "I due anni di realtà mediati da uno schermo forse hanno fatto perdere la prospettiva ai ragazzi che le azioni hanno conseguenze reali, anche gravi". 

A Prato la ketamina utilizzata per sopportare meglio i turni nei laboratori tessili. I lavoratori la chiedevano per non avvertire i dolori alla schiena e alle gambe. Dolori provocati appunto dalle dodici alle quattordici ore al giorno passate davanti a una "taglia e cuci", sette giorni su sette. Ma la chiedevano anche chi vive ore seduto su uno sgabello davanti alle slot machine delle sale presenti in gran numero a Prato. Le vittime della ludopatia erano diventate clienti dell'uomoo di origini orientali, uno spacciatore di professione, evidentemente.

Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Alessia Iacopini. I carabinieri diretti dal colonnello Francesco Zampieri e dal tenente colonnello Riccardo Marchi hanno arrestato il quarantacinquenne fornitore di ketamina. Lo spacciatore è ai domiciliari fino a mercoledì. La droga arrivava dall'Olanda nascosta in scatole o barattoli di biscotti con scritte in olandese o cinese. Ma anche camuffata in tubetti di pomate. 

Lo spaccio sul lavoro avveniva di notte, prevalentemente nelle aziende tessili nel Macrolotto 1 e nelle adiacenze della della China Town di via Pistoiese, denominata Macrolotto 0.  L'irruzione dei carabinieri a casa del quaratacinquenne spacciatore ha dato questo esito: trovati e sequestrati un chilo e 358 grammi di ketamina, suddivisi in bustine di cellophane, 10,52 grammi di marijuana, 3 grammi di shaboo, 222 pasticche di ecstasy. Una casa della droga, tout court. Secondo un calcolo sommario dei carabinieri, la cessione delle droghe avrebbe fruttato allo spacciatore oltre 85mila euro.

Il caporalato al McDonald's di Lucca. Addetti alle pulizie vittime di intermediari. I vertici della catena di fast food stanno collaborando all'indagine partita nell'ottobre del 2019. Ai lavoratori veniva negato tutto in maniera sistematica. Niente ferie, niente turni senza riposo, salari minimi. Il gip Alessandro Trinci ha rinviato a giudizio due intermediari egiziani, ritenuti dalla Procura responsabili del reato di "intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro", nelle sedi McDonalds di Lucca e di Capannori. 

I legali degli imputati contestano la fondatezza del capo di imputazione, pronti a dare battaglia nel processo fissat il 25 maggio. Ma i fotogrammi esaminati dal sostituto procuratore Elena Leone dimostrano, in maniera palese, la reale esistenza dei reati contestati ai due caporali.