di Alessandro Camilli

Referendum ammessi o non ammessi dalla Corte Costituzionale, il giorno dopo sommersi, alluvionati dalla propaganda recitata e profonda siccità di fatti e circostanze obiettivi. Due sono i fatti, due sono le circostanze che hanno determinato le decisioni della Corte Costituzionale e che probabilmente segnano l'esito reale dei referendum ammessi al voto. Entrambi campeggiano nella realtà, un po' meno nelle cronache e dichiarazioni politiche.

Chi ha scritto il testo del quesito referendario detto sulla cannabis in realtà ha "arronzato" e ha finito per proporre un taglio/cancellazione delle tabelle delle sostanze psicotrope, insomma delle droghe. Molto improbabile una intenzione nascosta, quasi certa una incapacità tecnica nutrita da un volontarismo da auto propaganda. Chi firmava per il referendum era certo di firmare per un uso libero o comunque depenalizzato della cannabis e invece firmava per una inammissibile ablazione delle tabelle delle droghe. Una "semplificazione" per arrivare alla cannabis depenalizzata, una semplificazione alla fine goffa e molesta. Molesta verso la stessa giusta causa del non mandare più in galera per una "canna". Perché, se una giusta causa la arronzi, la danneggi e rovini.

Molti cittadini non ricordano e quindi sbagliano, di grosso. Dicono: e che ci vuole a scrivere la cannabis non è più reato o il fine vita lo decide ognun per sé? Molti non ricordano (non sanno e pure non vogliono sapere) che concetti del genere possono essere scritti e tradotti nelle leggi che eventualmente fa il Parlamento. Nella Costituzione italiana i referendum non fanno leggi, esistono solo i referendum abrogativi, cioè quelli che cancellano leggi.

Di qui il lavoro dei Comitati che promuovono referendum che via via si è trasformato in improprio lavoro di legiferare per sottrazione: da una legge vigente levo quel pezzo e quell'altro e ne viene quindi fuori una legge che dice il contrario o il diverso da quel che diceva la legge originaria. Quindi solo la semplificazione giornalistica e propagandistica portava a dire: referendum eutanasia, referendum cannabis. In realtà le leggi che sarebbero risultate dalle abrogazioni per via referendaria sarebbero state la non punibilità dell'omicidio del consenziente e il divieto di uso e spaccio delle sostanze...senza tabelle delle sostanze stesse.

Di cosa? Della scarsa qualità e spessore della nostra vita pubblica. Quesiti referendari scritti male. Non per callida astuzia ma per imperizia standard. Giuste cause arronzate perché nella cultura condivisa e di massa domina la chiacchiera alta di toni e bassa di vocabolario e piallata di concetti. Professionalità politica zero o giù di lì, per ignoranza. Già, perché la politica è tale ed è utile a qualunque causa solo se sorretta da competenze pluri disciplinari e da professionalità acclarata ed evidente. Se hai solo politico e comitati da talk-show, poi è quasi inevitabile che i testi dei referendum li scrivo coi piedi.

Alzi la mano chi si ricorda già oggi, quando sono stati appena ammessi al voto, referendum su che. Quali? Già oggi un cittadino elettore che li sappia elencare tutti e cinque di fila è un'astrazione teorica. I cinque referendum detti sulla Giustizia sono già oggi alla ricerca, affannata e già quasi disperata, di un quorum. Difficile, anzi improbabile che le modalità di voto al Csm più l'impermeabilità o meno tra funzioni di magistratura inquirente e giudicante più altro del genere portino ai seggi il 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto. Anche supponendo un moto elettorale di "castigo" verso i giudici, 25 milioni che partecipano è dura ipotizzarla. Infatti chi analizza le costanti dei movimenti elettorali stima al momento un 30/35 per cento di afflusso ai seggi. Anche perché...

Referendum butta dentro elettori, erano due: quelli detti su fine vita-eutanasia e quello detto sulla cannabis. Se ammessi, avrebbero entrambi mobilitato larga parte di elettorato. Al contrario i cinque referendum detti sulla giustizia sono per la loro tematica referendum butta fuori elettori dai seggi. Quindi i referendum, la volontà popolare, il legiferare sarebbero cose serie da non lasciare all'arronzare con clamore, da non maneggiare come fossero topic trend...Sarebbero.