Gentile Direttore,

Qualche giorno fa sono rimasto basito nel leggere la notizia di una recente votazione nel Comites in relazione al quotidiano Gente d’Italia: dimostrazione della totale ignoranza verso detto organo di comunicazione sociale. Per questo motivo, non posso rimanere in silenzio.

Sembra incredibile che succedano queste cose. Si distrugge senza una ragione apparente, si ostacolano l'unità e la rappresentatività di cui hanno proprio bisogno gli italiani  in Uruguay e anche i residenti in altri Paesi. Come è noto, molto ha sofferto la nostra comunità negli ultimi anni.

Ricordo quando il 25 aprile 2015 Gente d`Italia festeggiava a Montevideo i suoi primi dieci anni di pubblicazione. Molti  conosciuti connazionali  celebrarono l’ anniversario, pubblicando nel suo giornale, il loro entusiasmo e ora, qui ricordo anche quel 1º novembre 2020, nel pieno di una pandemia, l`edizione in cui è stata tristemente annunciata la chiusura del quotidiano, circostanza nella quale loro fecero presente il  personale sostegno allo stesso e quanto ne fossero dispiaciuti esprimendo anche che bisognava bloccare, senza si e senza ma, la sospensione delle pubblicazioni. Purtroppo però oggi, molti di loro, integranti del Comites, maggioritariamente votano la mozione di ignorare il quotidiano.

Mi chiedo allora, cosa sta succedendo? Quale è il motivo valido per cui attualmente, quella maggioranza dei nostri rappresentanti, afferma che il giornale lo si debba ignorare come fosse inesistente? Domando, è davvero questo il pensiero di tutti coloro che ci rappresenterebbero?

Gente d’Italia è il mezzo di comunicazione sociale dove tutti possiamo farci sentire, esprimere idee, interessi, informarci, rilasciare comunicati stampa e diffondere le diverse attività di ciascuna delle nostre associazioni italiane operanti in Uruguay.

Caro Direttore, il suo quotidiano è un punto di riferimento per più di 120 mila italiani. Credo che non si debba ignorarli.

Porgo a lei i miei più cordiali saluti.                                                                                                                      Cav. Mario Mattiussi