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di Lucio Fero

Guerra russa, la guerra pianificata, voluta e combattuta da Putin, dagli uomini del suo regime, dal suo esercito e anche da almeno finora la maggioranza della sua opinione pubblica. Guerra che poggia su un pilastro strategico: la convinzione, la certezza che qualunque cosa faccia la Russia l’Occidente non combatterà. Senza far ruotare avvenimenti e scelte intorno a questo cardine la comprensione della guerra russa è di fatto impossibile. Ricorrere alla categoria della “follia” o della condizione “psicotica” di Putin è un rinunciare a capire, a sapere. E’ a suo modo consolante (consolazione ricorrente nella storia) attribuire a pazzia, a devianza mentale, la scelta di scatenare una guerra. Ma Putin, come altri condottieri-dittatori in tutti i tempi della storia, non è pazzo e non sta facendo una guerra pazza.

La sua è una lucida guerra di conquista, aggressione che non disdegna lo sterminio. Una guerra in cui l’arma più forte è il postulato che l’Occidente, la Nato, gli Usa, l’Europa non combatteranno davvero mai. Né oggi per l’Ucraina né domani per la Moldavia o per qualunque pezzo d’Europa appaia a Mosca suo “spazio vitale”. Il postulato strategico delle guerra di Putin è: se l’Occidente non combatte la Russia è più forte sul campo, sarebbe più debole se l’Occidente combattesse. Ma l’Occidente non combatterà mai.

Svuotare le città, anche con l’esca dei corridoi umanitari - Di umanitario il corpo di spedizione russo in Ucraina ha mostrato ben poco: i bombardamenti sulle città ne sono la prova costante. Ora Mosca dice di accettare, anzi promuovere, i corridoi umanitari. Vie di fuga protette per i civili che scappano, vie di fuga temporanee. Un modo, tra l’altro, di svuotare le città ucraine sotto assedio o accerchiamento, un modo perché nelle città da prendere resti il meno possibile della popolazione.

Prendere Kiev l’obiettivo strategico - Prendere Kiev, l’armata russa non può non farlo. Altrimenti il governo filo russo da instaurare sarebbe ancora più finto di quel che sarà, altrimenti la divisione dell’Ucraina nella parte (preponderante) dove comandano i russi e nella parte minima da lasciare come terra di nessuno non funziona, altrimenti la cancellazione dell’anti Russia non si realizza se l’anti Russia creata dall’Occidente (questa è l’Ucraina secondo Putin) se l’anti Russia ha ancora una capitale. Ma prendere Kiev come, come sarà la battaglia di Kiev?

La battaglia di Kiev - Una resa concordata e “umanitaria” è quel che sperano e tentano i russi. Lo sperano e tentano soprattutto per evitare le centinaia (migliaia?) di bare da rispedire in patria con dentro i cadaveri dei soldati caduti. Se non sarà resa i russi non disdegnano certo la presa con la forza. Come? In primo luogo macellando da relativamente lontano chi resiste. Artiglieria, artiglieria e artiglieria: cannoni, missili ed elicotteri d’assalto e caccia bombardieri sulla città. E’ questo quel che prefigurano i rissi agli ucraini negli incontri che inconsapevolmente noi occidentali chiamiamo trattative di tregua se non di pace.

Galera a chi non mente - Qualunque notizia o parola che non siano autorizzate dal Cremlino e coerenti con ordini e volontà del governo sono in Russia vietate. Vietate e punite con galera, 15 anni a chi non mente, 15 anni a chi dice in Ucraina c’è guerra, a chi dovesse pronunciare parola “invasione”, a chi non si unisce alla missione contro i “neonazisti armati dall’Occidente”. La Russia non ha più stampa e informazione: chiuse quelle poche radio e tv e testate non di opposizione ma appena non fotocopia dei comunicati del Cremlino. E stampa internazionale tutta costretta a lasciare la Russia perché o si si mente secondo dettami del Cremlino o si rischia la galera. Anche la Rai lascia la Russia: non era tanto il corrispondente ad essere filo russo, era che non poteva essere altrimenti, altrimenti passava dei guai.

Occidente non combatterà mai - In questo “segno” Putin vince ed è sicuro di continuare a vincere. Non combatteranno mai, quindi posso minacciarli di usare armi atomiche, così rafforzo la loro determinazione a non combattermi mai. Non combatteranno mai, quindi posso dire che anche le sanzioni economiche sono “atti di guerra” contro di me, così rafforzo la determinazione a non combattere, in alcun modo. Putin calcolo che, in termini strategici, l’Occidente non ha reale deterrenza verso la scelta russa di guerra perché non combatterà mai. Fino a che punto ha e avrà ragione? Fino a che punto abuserà della voglia, del bisogno di pace, della pace che non ha prezzo.