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Morto e sepolto l'idillio, ora siamo agli stracci che volano. In realtà non è che il grande amore ci sia stato davvero. Insieme si sono messi per reciproca convenienza figlia di calcoli più o meno evidenti. Fine dello strano amore, Tim ha smesso di considerare Dazn un partner affidabile. E forse, a voler spaccare il classico capello, la stima non c'è stata mai. Dazn ne ha combinate di tutti i colori. “Ci sono anomalie nel contratto”, segnala il collegio sindacale di Telecom Italia, a margine della discussione sul bilancio aziendale. Il rilievo apre nuove prospettive di rottura. Tim vuole ridiscuterlo il contratto, contestarlo. Il divorzio è l'obbiettivo praticamente dichiarato dall'azienda telefonica. Il matrimonio sbagliato (è solo un eufemismo) le è costato una cifra, 1,02 miliardi in tre anni; 548 milioni l'accantonamento della compagnia telefonica sull'accordo complessivo con Dazn. “L'accantonamento per complessivi 548 milioni relativo alla natura onerosa di alcuni contratti media, principalmente riferibili a Dazn, per la trasmissione delle partite di calcio del campionato di serie A, per le stagioni 2021-2022, 2022-2023, 2023-2024”. Anomalie nel contratto di che tipo? Il collegio sindacale di Telecom Italia segnala una “chiara criticità nelle informazioni”, per quanto riguarda l'accordo, va ricordato che è stato sottoscritto dalla passata gestione del gruppo telefonico. L'organo subentrato nell'osservazione dell'operato del Consiglio di amministrazione ribadisce una “non adeguatezza dei flussi informativi verso gli organi decisori e una conseguente anomalia nei processi decisionali in sede di approvazione del progetto”. Il collegio sindacale non ha ritenuto di segnalare ulteriori rilievi su aspetti come l'iter seguito alla manifestazione di interesse del fondo americano Kkr per il 100% di Tim. Come pure la maxi svalutazione degli attivi pari a 4,1 miliardi e dei crediti fiscali, 3,6 miliardi. Sistemata nella maniera dovuta, la più corretta e lineare possibile, la questione con Dazn, il collegio sindacale in concerto con gli organi societari si sono preoccupati di appurare la valenza di alcuni specifici impegni contrattuali e di svariati fenomeni che hanno impedito il raggiungimento dell'obiettivo di partenza. Ovvero, il numero degli abbonati previsto dal piano di investimento originario. E sembra quasi certo che il contratto possa consentire di raggiungere “il punto di pareggio del triennio e la copertura dei costi attraverso i ricavi”. Tim farà di tutto per uscire dal contratto con Dazn. Laddove in realtà ormai ne è fuori: restano da definire tempi e modi del divorzio. Guidato nel nuovo corso dall'ad Pietro Labriola, ha provveduto agli accantonamenti straordinari per 548 milioni. Alla richiesta se l'azienda intende ricorrere all'azione legale per rivalersi sulla passata gestione aziendale, i nuovi amministratori hanno risposto con un laconico “no comment”. Bisogna però essere pronti ad assistere a sviluppi che potrebbero rivelarsi clamorosi. I nuovi organi dirigenziali di Telecom Italia andranno in fondo, vedrete. Nei confronti di Dazn e dei passati amministratori dell'azienda. Dovrebbe essersi messo al riparo da conseguenze spiacevoli e pesanti l'ex amministratore delegato Luigi Gubitosi. All'atto delle dimissioni, lo scorso 17 dicembre, il dirigente aveva firmato, in accordo con l'azienda, ma non tutti gli azionisti, una dichiarazione di manleva che lo escludeva da qualsiasi responsabilità sul passato. Salvo che non emergessero nuove circostanze o fosse provato il dolo o la colpa grave. Sarà compito della società dimostrare che gli estremi della “non adeguatezza delle informazioni segnalate dai sindaci piuttosto che le anomalie informative derivano da dolo o colpa grave”. La prova appare eventualmente difficile da dimostrare. Ma nulla vieta agli azionisti di fare causa all'azienda e che Telecom Italia, a sua volta, possa rivalersi sugli ex manager. Fatta salva la remota possibilità da parte dell'azienda di chiedere la restituzione di quella fetta d compenso legata alla buonuscita di alcuni manager della passata gestione. Ma ad un'unica condizione: che dall'audit interno emergano effettivamente fatti accertati che configurano gli estremi del dolo. Comunque lo giri questo infelice matrimonio con Dazn si sta rivelando ininterrotta fonte di problemi. Il sodalizio è riuscito persino a sgretolare la granitica credibilità di cui Tim poteva vantarsi a tutti i livelli. Mentre il suo bilancio è sottoposto in queste ore al vaglio della Consob. Un controllo peraltro comune a tutte le altre aziende quotate. Ma in questo caso pare che non esistano anomalie.