Franco Esposito

Abbiamo risposto presente quasi tutti. Amici e fan, amici di musica e compagni di vita, ammiratori infiniti e malinconici nostalgici. Tutti riuniti per la festa di compleanno di Pino Daniele, che avrebbe compiuto sabato sessantasette anni. La festa non proprio triste, ma qualcosa di simile. Un bagno nel passato e nell'incredulità tuttora presente: perchè ci ha lasciato cosi presto, privandoci della sua arte, della sua musica, delle sue parole gonfie di denunce?

La musica protagonista al "non compleanno di Pino", come l'ha definito con espressione appropriata e incisiva Antonio Tricomi, critico musicale di Repubblica. Sul palco del Palapartenope, a Fuorigrotta, restituito allo spettacolo in fondo a due anni di pandemia, il fratello di Pino, Nello di monumentale stazza, Ron, Tony Esposito, Tony Cercola, Francesco Baccini, Enzo Gragnaniello, compagno di scuola dell'artista scomparso alle elementari, Raiz, Negrita, Peppe Barra, Andrea Sannino, e il Soleado String Quartet diretto da Lino Patriota. E impresari teatrali, maestri di musica, autori. Sì, proprio tutti, provvisti di genuina generosità, accorsi al richiamo di Nello Daniele. Una bella magnifica serata di ricordi e di musica, velata di malinconia.

Felici di esserci, e in ogni caso di partecipare. Ovviamente a vario titolo. Ma è stato bello ricordarlo e festeggiarlo, il grande sempiterno Pino. Io con altri, con tutti. Io che quella notte c'ero in piazza del Plebiscito, in un delirio di folla e di gioia, per un concerto magico, indimenticabile. Quanti eravamo? Migliaia, decine di migliaia, entusiasti e composti, non un solo incidente attraversò la notte dell'incantesimo. Pino Daniele era all'apice della popolarità e della fama. Il mondo ne aveva scoperto lo straordinario talento musicale e quella insopprimibile voglia di denuncia. Parole che hanno fatto la storia, e mai dimenticate. "Napoli è 'na carta sporca", "Je so pazzo", eccetera eccetera.

"Je sto vicino a te 67", il titolo della festa per Pino al Palapartenope, tendone ormai storico pure esso, incastrato tra i ruderi del Palasport Mario Argento, rovine che fanno tanto scavi, un monumento alla vergogna, e il PalaBarbuto, l'arena provvisoria del basket diventata definitiva come da consolidata regola napoletana, secondo cui la vera emergenza è quella che dura e non finisce mai. Al di là della strada, la piscina Scandone restaurata e abbellita per le Universiadi. Il tempio della pallanuoto. Il Posillipo vi ha conquistato undici scudetti e due coppe Campioni. 

Gli amici di Pino con "Je sto vicino a te 67". Titolo decisamente azzeccatissimo, fotografico. Il concerto memorial introdotto al piano da Remo Anzovino con la musica del film di Massimo Troisi "Ricomincio da tre". Pino Daniele l'aveva composta nel 1982. Il brano non fu mai eseguito in pubblico. La prima volta proprio l'altra sera alla festa per il cantautore scomparso prematuramente. Alessandro Greco e Daria Lupino i presentatori dello show, in onda su Rai 3 domenica 17 aprile. Il giorno di Pasqua, pensa te. Scherzi da palinsesto Rai.

"Il pubblico di Pino" a riempire il Palapartenope, esaurito in ogni ordine di posti da fan, anziani e giovani, anche ragazzi che Pino Daniele non l'hanno conosciuto, imparando però ad apprezzarlo dopo che se n'è andato lasciandoci tutti di stucco, increduli e con un magone grande così. Tra il pubblico una rappresentanza della numerosa comunità ucraina a Napoli, guidata dal console Maksym Kovalenko. Il sindaco Manfredi, l'ex sindaco e governatore Antonio Bassolino, e la Napoli dei tempi di Pino e quella di oggi. Protagonisti indiscussi la musica e il cast degli artisti presenti. I musicisti storicamente vicini al "festeggiato", Gigi Di Rienzo, Gabriele Borrelli, Vittorio Pepe, Jerry Ruopolo, Ernesto Vitolo, Claudio, Romano, e quelli che lo hanno amato di vero amore e di stima autentica, invitati da Nello Daniele. "Da sette anni organizzo questo appuntamento e ho sempre voluto che fosse gratis. É una cosa che appartiene interamente al pubblico di Pino, così come ai suoi fan appartiene la sua musica".

Un meraviglioso colpo al cuore il pezzo cantato dall'immenso Peppe Barra, tratto dall'album "Terra Mia". Sulle note di "Donna Cuncetta" si è esibito Enzo Gragnaniello. "A otto anni Pino si era già comprato una chitarra. In un bar stava a strimpellare come poteva, insieme con un amichetto. Io in quel bar ci lavoravo, portavo i caffè. A un certo punto, scocciato, dissi ma vuje nun sapite proprio sunnà, dateme 'sta chitarra a me. Bè, non sapevo suonare nemmeno io, e le chitarre le stavo distruggendo".

Il tutto esaurito al Palapartenope. Pubblico prossimo al delirio, trascinato all'entusiasmo e incontro a forti emozioni  dalla musica di Pino. E dalle esecuzioni appassionate degli amici di Pino: Raiz con "I Say i' sto 'cca", Ron con "Quando", Baccini e Nello Daniele con la delicata esecuzione di "A testa in giù", i Negrita addirittura capaci di esaltare il pubblico con "Je so' pazzo" e "Nun me scuccià", e Andrea Sannino esecutore esemplare di "Terra mia".

Inviti a pensare, a riflettere, a dibattere sono arrivati dai monologhi dello scrittore Maurizio De Giovanni, e dei giornalisti Cristina Donadio e Sandro Ruotolo. Momenti questi e gli altri da non dimenticare. Belli, veri, festosi. A Pino Daniele sarebbero piaciuti senz'altro.