di Alessandro Camilli

Quanto ci ha messo lo Stato, quanto ci ha messo la cassa pubblica per dare sussidi e sostegni a imprese, categorie, esercizi commerciali, attività professionali, partite Iva cui il blocco da pandemia amputava il reddito? Più o meno 150 miliardi, più che meno. Si tende a dimenticarlo, anzi a non volerlo proprio sapere. Ma 150 miliardi di euro in neanche due anni sono stati una enormità. Doverosa enormità, andavano spesi ed era giusto quanto inevitabile che così fosse. Intristisce constatare la non innocente inconsapevolezza di massa e, peggio, la lagna istituzionale e stavolta francamente offensiva di chi, e sono tantissimi, continua a definire quei 150 miliardi una “elemosina”.

Quanti sono alla grossa (più meno che più) i miliardi che la società civile (le imprese, categorie, esercizi commerciali, attività professionali, partite Iva…) si è messa in tasca indebitamente con trucchi, truffe, astuzie, creatività fiscale e parafiscale? Quanti dei 150 miliardi di sussidi pubblici per i danneggiati dal Covid sono finiti in un magna-magna, approfitta, arraffa? Secondo i primi dati dall’Agenzia delle Entrate (e quindi secondo dati ovviamente al ribasso rispetto all’entità del fenomeno perché vanno nel conteggio solo le illegalità scoperte) 14 miliardi. Quindi un euro su dieci dei sussidi pubblici arraffato indebitamente, sostanzialmente rubato. Dai politici maledetti loro? No, stavolta ha fatto quasi tutto la società civile da sola, in autonomia.

Conteggiate almeno ottomila (ottomila!) società create, inventate apposta per essere collettori, indirizzi cui far affluire il denaro pubblico dei sussidi e sostegni. Una performance di imprenditorialità dell’arraffo di soldi pubblici che poteva contare su vasto e consolidato nel tempo bagaglio di esperienza e professionalità. E che nel biennio Covid ha saputo dare il meglio di sé. Quattordici miliardi di sussidi pubblici rubati al capitolo Covid, cui andrebbero aggiunti per affinità evidenti i circa 10 miliardi truffati alla cassa pubblica mediante il magna-magna sulle ristrutturazioni e bonus edilizi. Mettiamoci anche un miliardo almeno, forse due, di arraffo senza titolo al capitolo Reddito di Cittadinanza (spesa complessiva 10 mld l’anno). Capitolo diverso ma pur sempre super pubblico sussidio Quota 100, la pensione a 62 anni (spesa per gli anni che c’è stata altri 7/8 miliardi). Mai sentito nessun Conte o Salvini (ma neanche Meloni o Letta) dire che in tempo di bollette e rincari i 30 miliardi del magna-magna è stato follia e ingiustizia spanderli e vanno recuperati e comunque mai più.

Per la cronaca: il passaggio da 1,5 per cento del Pil a 2% per spese militari non arriva a dieci miliardi l’anno. Diluito l’aumento in sei anni: per il 2022, anno di guerra, forse due miliardi in più per la Difesa. Neanche un decimo di quanto hanno consentito ai furbi, agli svelti, ai ladri di mettersi in tasca.