di Fabio Luppini

Attenzione, Salvini è in asse. L'annuncio lo ha dato egli stesso: sono in asse con gli italiani e con il Papa. La risposta a chi gli chiedeva se fosse in asse con il M5s. Già. Il leader della Lega vuole la pace, e chi non la vuole. Per cui si sente in asse con tutti. Diciamo, così potrebbe essere il sicuro vincitore delle prossime politiche. La Terra gira intorno al proprio asse e dal giorno si passa alla notte. Se Salvini, metaforicamente, facesse la stessa cosa ci troveremmo casualmente fuori asse rispetto all'attuale asse. Amico di Putin con selfie a Mosca, amico di quelli che stanno mettendo i bastoni fra le ruote della politica europea, gli ungheresi, e di chi l'avrebbe proprio avversata, Marine Le Pen. In quel caso non sarebbe stato in asse né con i francesi né tanto meno con gli italiani che molto temevano l'ascesa della sovranista alla paysan. Il giorno e la notte, appunto.

Ma nella disinvoltura di cambiare asse oggi quegli assi Salvini li ha abbandonati. E si autoriconosce di essere in asse con gli italiani (di solito sono i secondi che dovrebbero dire di esserlo con un politico). Per cui più che un asse è annusare l'aria che tira e piantare l'asse. Anche perché l'affermazione è impegnativa. Non è bello dichiararsi oggi in asse con il Papa e non esserlo stato per molte volte quando lo stesso Papa difendeva dolorosamente e ripetutamente altri esseri umani che fuggivano da altre guerre, prima di questa, che mai Salvini avrebbe voluto accogliere nel nostro Paese. Il Papa non è un partito politico, non è un opinionista, è il Papa.

Troppo e troppo poco dire, sono in asse. Forse, meglio in semiasse, più ragionevole. Il Salvini dei trionfi più che in asse, piantava in asso. Ne sanno qualcosa gli alleati che adesso lo tengono anche un po' a distanza, ora che i fasti delle europee si sono più che dimezzati. E quindi asse e bandiere cambiano. Dall'esaltazione della legittima difesa alla pace, il passo è proprio brevissimo, direbbe Immanuel Kant. Quindi l'asse vede Assisi, il santo, Francesco, le stimmate, la spoliazione di sé, la rinuncia, il perdono, le sofferenze. E Salvini li vede tutti in asse, da Gandhi a Madre Teresa di Calcutta: in attesa del viaggio purificatore in India, potrebbe andare nel regno Bangla di Torpigna, si può cominciare anche così.

Ci sta provando, ora che è in asse. "Tifo per un riavvicinamento tra Stati Uniti e Russia, se posso essere utile per un riavvicinamento vado ovunque, lo farei volentieri. Io lavoro per la pace". Perché non immaginarlo come il Mahatma della marcia per il sale, a mani nude, a Mariupol, a Bucha, a Kiev, ai confini con la Polonia e la Bielorussia a testimoniare la sua voglia di pace. Ma il pacifismo, quello autentico, non è come pensa Salvini: ha ben chiaro quale sia il nemico.