di Matteo Forciniti

Montevideo e Genova, l'Uruguay e la Liguria, sono uniti da un legame indissolubile che affonda le sue radici nei secoli passati. Furono proprio i liguri i primi italiani che si stabilirono massicciamente nel Rio della Plata aprendo quel fenomeno migratorio che ha lasciato un'impronta indelebile nella società. Le tracce di Liguria in Uruguay oggi sono ovunque dai cognomi portati dai discendenti alla gastronomia con i suoi innumerevoli piatti, uno su tutti la farinata di ceci.

Eppure, nonostante questo patrimonio fortemente radicato, da alcuni anni Montevideo ha perso la sua Associazione Ligure che in passato era stata il punto di contatto di questa lunga tradizione. 

La buona notizia è che questa associazione sta per tornare. Ne è convinto Alvaro Barabino con cui parliamo per ripercorre una storia da riprendere.

L'idea, ci racconta, è partita nel 2020 attraverso un messaggio pubblicato su Facebook su una pagina di discendenti italiani in Uruguay: "Da tempo io avevo voglia di cercare di fare qualcosa per riprendere l'associazione alla quale avevo partecipato in passato. Mi sono finalmente deciso e un giorno ho pubblicato quel messaggio. La risposta però inizialmente è stata molto fredda ma penso che sia stato dovuto al periodo della pandemia. Dopo un po' di tempo la gente ha iniziato a scrivere interessata, ho creato un gruppo su Facebook e ho capito che questa volta poteva essere possibile. Il primo passo è riuscire a riunire una trentina di persone, credo e spero che entro la fine dell'anno il progetto potrà partire con l'iscrizione ufficiale di un'associazione con personalità giuridica. Dopo di che si penserà a crescere, a vedere se sarà possibile trovare una sede e dare diffusione".

Fu intorno agli inizi degli anni novanta che Alvaro Barabino cominciò ad interessarsi delle origini di una storia familiare che prima ignorava completamentee che lo ha portato a partecipare attivamente nella collettività: "Quando mi venne questo interesse iniziai a cercare informazioni. Io non sapevo neanche che il mio cognome fosse italiano ma un giorno qualcuno me lo fece notare. Riuscimmo a ricostruire l'albero genealogico scoprendo la vita di un bisnonno che era partito da Borzoli, un quartiere di Genova che all'epoca era un comune autonomo. Dopo aver preso la cittadinanza italiana iniziai a frequentare l'associazione fino a integrare per 6 anni la commissione direttiva. A causa degli impegni lavorativi nel 2003 fui costretto a lasciare l'incarico ma ricordo sempre quell'esperienza con grande affetto".

Poco dopo il suo abbandono la storica associazione che era nata negli anni settanta progressivamente si disintegrò. "Notavo" -ricorda l'ex prosegretario- "una certa separazione e talvolta anche un conflitto tra la vecchia generazione degli immigrati e le nuove generazioni. Con il tempo ovviamente i nati in Italia erano rimasti pochissimi, eravamo quasi tutti discendenti ma questo non può essere un problema, anzi: io credo che adesso tutti i numerosi discendenti liguri avranno una nuova opportunità per ritrovarsi e promuovere la Liguria e l'Italia nel nostro paese. Si sente davvero il bisogno di rafforzare questo senso di italianità che oggi sembra molto freddo".

Anche se è ancora presto per pensare alle possibili attività, Barabino è convinto che "i corsi di italiano e di danza potranno essere molto importante per coinvolgere i giovani". Questi corsi potrebbero essere affiancati dal pranzo mensile accompagnato da un spettacolo musicale e poi da tante altre iniziative: "Le idee sono diverse dato che relazionato alla Liguria c'è davvero tanto da poter organizzare ma prima facciamo un passo alla volta" dice mantenendo l'ottimismo. "Il primo passo sarà quello di ricostituire ufficialmente l'Associazione Ligure di Montevideo di tanti di noi sentivano la mancanza".