Le imprese del terziario, ANCC-COOP, ANCD-Conad, Confcommercio, e Federdistribuzione, si sono ritrovate a Roma nella sede di Confcommercio per fare il punto sulla crescita inarrestabile del costo dell’energia che si sta abbattendo sulle imprese del terziario di mercato, dei servizi e della distribuzione moderna con aumenti delle bollette e dei costi di gestione non più sostenibili.

Uno scenario che, in assenza di nuove e ulteriori misure di contrasto e sostegno, mette seriamente a rischio la prosecuzione dell’attività di tantissime imprese nei prossimi mesi come sottolineato proprio da Confcommercio in un recente appello a governo e forze politiche. Nel corso della conferenza stampa è stato presentato anche un documento con le richieste e le proposte delle imprese. La corsa inarrestabile dei prezzi delle materie prime energetiche e un’inflazione che viaggia intorno all’8% si sta abbattendo sui bilanci delle imprese del terziario e della distribuzione tradizionale e moderna con un aumento delle bollette che, di giorno in giorno, diventa sempre più insostenibile.

Una situazione di vera e propria emergenza che sta comprimendo i già bassi margini operativi di molte aziende del settore e che rischia di portare al rallentamento, se non addirittura alla chiusura, di tante attività. Secondo una stima dell’Ufficio Studi di Confcommercio, da qui ai primi sei mesi del 2023, sono a rischio circa 120mila imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro.

Tra i settori più esposti ai rincari energetici, il commercio al dettaglio, in particolare la distribuzione tradizionale e moderna del settore alimentare, la ristorazione, la filiera turistica, i trasporti che, a seconda dei casi, registrano rincari delle bollette fino a tre volte nell’ultimo anno e fino a cinque volte rispetto al 2019, prima della pandemia. Complessivamente, la spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33 mld, il triplo rispetto al 2021 (11 mld) e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 mld). Per contrastare questi effetti ed evitare il rischio chiusura delle imprese, Confcommercio, ANCC-Coop, ANCD-Conad e Federdistribuzione hanno condiviso una serie di proposte al Governo e al Parlamento da attuare con urgenza: incremento del credito d'imposta per il caro energia elettrica dal 15% al 50% nel caso di aumenti del costo dell’energia superiori al 100%, misura che andrà estesa anche all’ultimo trimestre dell’anno; ampliamento dell’orizzonte temporale per la rateizzazione delle bollette almeno fino a dicembre 2022; incremento fino al 90% della copertura offerta dal Fondo di garanzia per le PMI anche per i finanziamenti richiesti dalle imprese per far fronte alle esigenze di liquidità determinate dall’aumento del prezzo dell’energia elettrica. E il governo intanto è al lavoro per un decreto autonomo per interventi sul caro energia.