di SANDRA ECHENIQUE
Ma se non ci fossero i carabinieri per la tutela del patrimonio culturale? Una domanda che viene immediata dopo l'ennesimo successo del reparto speciale, ancora una volta negli Stati Uniti, terra che evidentemente ha saccheggiato migliaia di reperti, pezzi pregiati e altro ancora appartenenti al patrimonio italiano. Eccoci allora in Florida dove i carabinieri hanno scovato due arazzi risalenti al XVI secolo che erano scomparsi dall'Italia anni fa, trafugati per essere evidentemente rivenduti oltre oceano. Curioso il modo in cui si è arrivati al ritrovamento. Il primo arazzo, sottratto nel 1995, infatti è stato identificato in una foto di una pubblicazione online. Contatto carabinieri-FBI e così si è arrivati al proprietario che l'aveva acquistato ventidue anni fa, ignaro della provenienza furtiva, il quale ha accettato di restituirlo.
"Considerato che l'aveva acquistato per 27.000 dollari - hanno raccontato fonti dell'FBI - non si è trattato di un piccolo sacrificio". Poi la sezione di Miami dell'FBI lo scorso maggio ha scoperto che una galleria di Jacksonville, sempre in Florida, aveva un altro arazzo in vendita nel suo sito web. Il secondo pezzo era stato rubato sempre nel 1995, nella stessa galleria di Milano dalla quale era stato fatto sparire il primo arazzo ritrovato in Florida. Era stato venduto per 55.000 dollari. Anche in questo caso la galleria di Jacksonville ha accettato senza far problemi la restituzione, nonostante fosse il preferito del proprietario. Come sempre accade sia il gallerista che il proprietario del grande arazzo hanno dichiarato di non conoscere la storia del pezzo pregiato. Che sarà anche vero, ma specialmente nel campo dell'arte non è una scusa più accettabile.
"Il governo italiano e quello degli Stati Uniti - ha spiegato Marc Gervasi, agente speciale dell'FBI Miami Field Office - lavorano a stretto contatto sulle questioni relative ai crimini d'arte e lo facciamo da anni. Abbiamo ottenuto molti successi nel rimpatrio di oggetti rubati in Italia e l'Italia aiuta l'FBI nelle indagini in maniera significativa". Poi un avvertimento, anche se si tratta di 'common sense' come si dice negli States: "Ogni acquirente dovrebbe sempre richiedere la provenienza, o il luogo di origine di ogni opera d'arte e se il venditore non è in grado di fornire delle risposte documentate allora l'acquirente dovrebbe riconsiderare se ancora desidera proseguire con l'acquisto". E se fossero seguiti questi logici suggerimenti, probabilmente si diminuirebbe questo scandaloso commercio di opere d'arte rubate che in particolare colpisce l'Italia.
Dal dicembre dell'anno scorso, ed è solo un piccolo esempio, dagli USA sono stati restituiti all'Italia, ai legittimi proprietari, centinaia di pezzi che erano stati rubati: 201 lo scorso dicembre, 130 in luglio, 3 in agosto, 58 in settembre... Inutile aggiungere che si tratta di antichità dal valore di centinaia di milioni di dollari. Un elenco lunghissimo che ha coinvolto anche enti prestigiosi: dal Metropolitan Museum di New York al Getty Museum di Los Angeles. Perchè gli Stati Uniti sono sempre la prima meta del traffico di opere d'arte trafugate in Italia nonostante negli anni i controlli e la collaborazione tra i governi sia aumentata in maniera notevolissima.