di SANDRA ECHENIQUE
Sono passati quasi due secoli, ed è anche (ma non solo) per questo che la storia che ha come protagonista Antonio Raimondi assume contorni particolari. Nacque a Milano il 19 settembre 1824, si sa poco della sua infanzia se non l'irresistibile attrazione per le scienze naturali che poi marchiarono tutta la sua vita. Naturista e poi anche geografo, ma prima soldato, combattè per l'indipendenza e l'unificazione dell'Italia, partecipando anche alle Cinque Giornate di Milano. Poi attraverso i suoi studi conobbe il Perù e ne rimase talmente folgorato per i racconti delle sue bellezze che non riuscì a resistere alla tentazione di vedere con i propri occhi un Paese che allora era ancora più lontano di quello che raccontavano le mappe.
Così, lasciati i combattimenti in Italia, lo scelse come sua destinazione. Arrivò al porto di Callao il 28 luglio 1850, poco prima di compiere 26 anni. Subito conobbe e fu accolto da un prestigioso medico peruviano, Cayetano Heredia il quale comprese immediatamente la capacità, la voglia di fare e l'interesse di quel giovane italiano. Lo incaricò - all'interno del Collegio dell'Indipendenza, che poi divenne la Facoltà di Medicina di San Fernando - di classificare il gabinetto di Fisica e Historia Natural prima del Collegio e poi della Facoltà.
Iniziò così la storia di Antonio Raimondi in Sudamerica che lo portarono successivamente a essere riconosciuto come il padre delle scienze del Perù. Raimondi non fermò mai: prima facendo il docente di scienze naturali in attesa, dieci anni dopo, di vedere inaugurata la cattedra di chimica analitica. Nel 1862 ottenne il dottorato in Scienze Naturali alla Universidad de San Marcos anche se dal 1851, e lo fece per i successivi 18 anni fino al 1869, percorse tutto il territorio nazionale al fine di raccogliere ogni informazione possibile, anche la più remota.
Classificò animali, piante fossili e minerali, in ogni parte del Perù: sulle rive dell'Oceano Pacifico come sulle altissime montagne e nella giungla. Un lavoro certosino che nessuno aveva mai fatto prima. Esplorò aree fino a quel tempo totalmente sconosciute, classificò le ricchezze minerarie e riuscì anche a trovare vestigia del passato, monumenti e reperti archeologici mai visti. Incredibile fu il lavoro di Raimondi: non solo dati, ma anche corredati da disegni che faceva lui stesso. Terminato quel viaggio lungo 19 anni decise di pubblicare i suoi appunti donando poi allo stato peruviano tutto ciò che aveva raccolto, ma i suoi piani vennero fermati dalla Guerra del Pacifico con il Cile. E quando le armate cilene sembravano prossime ad arrivare a Lima, gli fu offerto di fuggire dal Perù portando con sè tutto il suo inestimabile lavoro.
Ma la sua risposta divenne celebre passando alla storia come uno dei più grandi atti d'amore che uno straniero ha mai dato al Paese: "Sono del Perù - disse - che scappi il destino del Perù". I suoi studi superarono quelle che in precedenza avevano eseguito altri studiosi, compreso Charles Darwin. Le sue ricerche geografiche portarono alla descrizione di diverse regioni mappando tutto il Paese. Poi l'archeologia, con la descrizione di tutti i monumenti incontrati nei suoi viaggi, ma anche zoologia, chimica, meteorologia. Divenne così il padre delle scienze del Perù, ma il suo lavoro ebbe risalto anche in Italia, in tanti modi, a cominciare dal riconoscimento che gli venne concesso, Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia. Aveva 66 anni quando decise di ritirarsi, malato, a Pacasmayo, a casa dell'amico medico Alejandro Arrigoni per poi morire a San Pedro de Lloc poco dopo, il 26 ottobre 1890.