Gente d'Italia

Il boom del Gorgonzola nel mondo: crescono le esportazioni, ma aumentano anche i falsi

di SANDRA ECHENIQUE

I numeri non mentono e dicono, senza ombra di dubbio, che il Gorgonzola è il secondo formaggio DOP al mondo per produzione alle spalle del Grana Padano e in assoluto il quinto formaggio italiano più esportato. È unico il Gorgonzola che prende il nome dalla omonima cittadina lombarda che ogni anno ospita anche la Sagra del Gorgonzola. Una storia ultrasecolare, una tradizione tipica italiana, un sapore che nel tempo ha conquistato tutto il mondo al punto, ecco le noti dolenti, che il Gorgonzola è anche uno dei formaggi più imitati, meglio dire taroccati, al mondo.
Una eccellenza gastronomica tra le più contraffatte fuori dai confini italiani. Lo ha raccontato, con solidi numeri e testimonianze, la Coldiretti durante la settimana dell'Anticontraffazione, un fenomeno che, per il nostro agroalimentare, rappresenta un furto ogni anno di oltre 120 miliardi di euro. Un giro d'affari enorme che poi, complice la guerra in Ucraina, ha subito un nuovo incremento dovuto all'espansione delle imitazioni dei prodotti alimentari. E davanti a tutti, tra i più imitati, c'è proprio il formaggio e tra questi, nonostante un sapore che dovrebbe essere inimitabile, ecco appunto il Gorgonzola, assieme ad altri due classici presi di mira dai fake: Grana Padano e Parmigiano Reggiano.
Ma per rimanere al Gorgonzola le imitazioni crescono nonostante 74 registrazioni nel mondo e una presenza in 91 Paesi sovrani. E se in questo modo il Consorzio Gorgonzola tutela e difende il proprio marchio non è ancora abbastanza per fare scudo contro il cosiddetto 'Italian sounding' che si fa sentire forte e chiaro purtroppo a cominciare dall'enorme mercato degli Stati Uniti. "Oltre due prodotti agroalimentari tricolori su tre - ha spiegato Coldiretti - sono falsi senza alcun legame produttivo e occupazionale con l'Italia e tra i maggiori 'taroccatori' del made in Italy ci sono gli Stati Uniti dove il 90% dei formaggi di tipo italiano, tra cui il Gorgonzola sono in realtà realizzati tra il Wisconsin e la California".  E si stima che soltanto negli USA il valore dell'Italian sounding abbia già raggiunto i 40 miliardi di euro.
E proprio per i formaggi il consumatore americao ha una grande passione con il 56% che lo considera un alimento sano, il 51% nutriente e il 42% ricco di proteine e calcio. E inoltre, questa volta i dati sono di Nomisma, nonostante un calo generalizzato degli scambi di prodotti lattiero-caseari sul mercato mondiale si è rafforzato il commercio proprio dei formaggi con un incremento dell'8,1% e l'Italia, luglio 2022, è stato il primo fornitore di formaggi del mercato a stelle e strisce con una quota del 30%, ben oltre il doppio del principale rivale, la Francia, ferma al 12,1%. In questo boom tricolore dedicato ai formaggi, un ruolo significativo l'ha avuto proprio il Gorgonzola con un export cresciuto sia in volumi (+7,8%) che in valore (+14,7%). E per quello che riguarda gli Stati Uniti le aziende produttrici italiani hanno esportato nel primo semestre circa 185 tonnellate di prodotto per un valore che ha superato il miliardo di euro.
Una crescita che non è stata fermata nemmeno dai fakes, ma questo vuol dire che proprio la battaglia contro il falso deve essere accentuata. Una lotta che non si deve fermare nemmeno un istante, perchè si devono difendere i nostri prodotti, che sono unici, come le nostre aziende e i nostri lavoratori. Un capitale che rappresenta un valore straordinario perchè non ci sono, per restare ai formaggi, solo Gorgonzola, Grana Padano e Parmigiano Reggiano nel mirino dei falsificatori, ma anche Provolone, Pecorino, Romano, Asiago, Fontina... Il meglio della tradizione dei caseifici italiani che viene trasformato in falsi immangiabili con un danno economico e d'immagine incalcolabile.
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