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di Mimmo Carratelli

 

Prima settimana senza intermezzi di coppe. Il Napoli ha rifiatato e Spalletti ha potuto preparare bene la sfida di stasera alla Roma. Assenza pesante: Anguissa. Poi vedremo probabilmente due squadre: senza Osimhen e con Osimhen.
La varietà offensiva del Napoli dovrebbe preoccupare Mourinho inducendolo a una partita all'italiana: difesa e contropiede affidato agli strappi di Zaniolo a destra e alle percussioni di Spinazzola a sinistra, Abraham punta centrale.
Il Napoli ha le chiavi per fare saltare qualunque difesa, ha agilità (Raspadori), scaltrezza (Simeone) e potenza (Kvartskhelia e Osimhen).
È possibile che la Roma raddoppierà la marcatura su Kvara. Sulla carta, a centrocampo, la Roma schiera quattro giocatori (Karsdorp, Cristante, Matic, Spinazzola), il Napoli tre (Ndombele, Lobotka, Zielinski). Se Karsdorp torna in soccorso a Mancini per i raddoppi su Kvaratskhelia, sarebbero tre contro tre.
Senza Anguissa mancherà a Lobotka un sostegno difensivo. Dovesse giocare Ndombele per un Napoli più propositivo, anziché Demme, gli azzurri arricchirebbero il potenziale offensivo. Ndombele col suo gioco anarchico, non ancora dentro gli schemi di Spalletti, potrebbe sparigliare i giochi.
Bisognerebbe conoscere le formazioni per una disanima più concreta alla vigilia del match. Ci saranno duelli che potrebbero incidere pesantemente, Pellegrini contro Lobotka, Mancini contro Kvaratskhelia, Zaniolo conto Mario Rui, Raspadori/Osimhen contro Smalling. Di Smalling bisognerà temere gli inserimenti alti sotto porta sui calci piazzati.
È difficile pensare che la Roma giocherà a viso aperto anche se ci sarà uno stadio di fuoco a pretendere una partita da protagonista. La Roma giocherà copertissima lasciando spazio per le ripartenze.
Le chance offensive della Roma (13 reti all'attivo, settimo attacco del campionato) sono affidate ad Abraham sinora deludente (due gol) e a Zaniolo. Per il Napoli il controllo di Zaniolo, 1,90, fisicamente dirompente sulla fascia Mario Rui-Zielinski-Kvaratskhelia, sarà decisivo.
Ci stiamo ingarbugliando in una serie di accorgimenti tattici che solo la partita svelerà. Di certo c'è che Mourinho gioca "sull'avversario" con mosse tattiche adeguate, mentre il Napoli farà la sua partita a prescindere dall'avversario.
È la sua forza. Ha un gioco, movimenti e schemi collaudati. Ma non c'è dubbio che agli avversari più pericolosi (Smalling, Zaniolo, Pellegrini, Cristante) Spalletti dedicherà un'attenzione adeguata senza stravolgere l'assetto della squadra.
Forse avremo un Napoli più corto con un pressing alto ridotto, che scatterà soprattutto sulle incertezze della Roma. Ma non sarà mai un Napoli rinunciatario che consegna la partita all'avversario.
Il Napoli vorrà giocarla da padrone, come d'abitudine, trovando le mosse giuste per essere prudente quando occorre, cioè con l'assistenza degli attaccanti nella fase difensiva.
Sotto questo aspetto sono scontati i rientri di Politano (più disponibile di Lozano) ed è molto migliorata la fase passiva di Kvaratskhelia. È una partita in cui il Napoli dovrà calibrare la propensione a giocare alto, tenendo invece la sua metà campo sempre ben protetta.
In sintesi, Mourinho schiererà il suo ostico 3-5-2 e Spalletti il suo gioioso 4-3-3. Ma non saranno i numeri a decidere il match. La Roma quarta, a 4 punti dal Napoli, fiuta l'avvicinamento alla vetta e molti aspettano la prima caduta del Napoli. È questo il vero tema della partita.