di Pietro Salvatori

"Metterò tutto il mio impegno per rilanciare il turismo in Italia e l'economia di migliaia di famiglie impiegate in questo importante settore". È il pomeriggio del 21 ottobre quando Daniela Santanchè ha avuto la conferma che la sua nomina a ministra del Turismo si era concretizzata, ed ha annunciato da subito di volersi mettere a testa bassa a lavorare per il settore.

Quale migliore occasione degli Stati generali del turismo, la ponderosa Conferenza programmatica organizzata proprio dal ministero che ha rilevato, apparecchiata non esattamente da un avversario politico, ma dal suo predecessore leghista Massimo Garavaglia? E invece no, alla grande kermesse organizzata dal suo ministero il ministro non ci sarà.

Non è un'indiscrezione, ma una nota diramata ieri sera e diffusa sul sito ufficiale del dicastero: Santanchè "non sarà presente perché attualmente impegnata ad analizzare ed affrontare numerosi dossier sulla situazione del settore". Che è esattamente quello che si farà a Chianciano il 28 e 29 ottobre, con interventi di tutte le associazioni del settore, di esponenti di Confindustria, esperti nazionali e internazionali, tecnici del governo e della pubblica amministrazione.

C'è del gelo in Fratelli d'Italia. "Una cosa imbarazzante", commenta un dirigente del partito, che velenosamente osserva che "il forfait è dovuto al fatto che probabilmente non sa ancora cosa dire, ma una presenza, anche simbolica, era doverosa". A via della Scrofa parlano già di "primo passo falso", i vertici delle associazioni di settore hanno provato a sondare i propri contatti politici sul perché di una scelta che ritengono incomprensibile, l'imbarazzo regna sovrano. Anche perché, spiegano fonti meloniane, "il turismo è il settore nel quale Fdi ha fatto il pieno di voti: albergatori, operatori turistici, guide, accompagnatori, tour operator, tutti noi hanno votato! Senza contare i balneari".

Un danno di immagine notevole di fronte a tutta la categoria, tanto più che il calendario prevedeva che il ministro dovesse tenere un intervento in apertura e le conclusioni finali della Conferenza programmatica, oltre a un punto stampa. Ma soprattutto si fa notare che l'unico dibattito che avrebbe dovuto affrontare sarebbe stato quello con l'assessore abruzzese Daniele D'Amario, del suo stesso partito, e con il consigliere d'amministrazione dell'Enit Sandro Pappalardo, già assessore al Turismo di Nello Musumeci in Sicilia, nominato all'Agenzia nazionale del turismo in quota opposizione.

La decisione ha raggelato il partito anche in considerazione che Gianluca Caramanna, albergatore e responsabile del settore per la destra, nonché neo-deputato, ha dedicato praticamente tutta la campagna elettorale al tema, incontrando continuamente le categorie interessate fin dai mesi delle chiusure per la pandemia e istruendo una serie di dossier "che sono a disposizione del ministro". "Siamo pronti", ha ribadito in tutte le salse Giorgia Meloni nel mese intercorso tra la vittoria e la formazione del governo. Forse è stata troppo ottimista.