Vladimir Putin (foto: depositphotos)

Intervenendo alla sessione plenaria dell'annuale forum del Valdai Discussion Club a Mosca, il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che il prossimo decennio sarà "il più pericoloso dalla Seconda Guerra Mondiale"."Ci troviamo a una frontiera storica. Davanti a noi c'è probabilmente il più pericoloso, imprevedibile e, allo stesso tempo, il più importante decennio dalla fine della Seconda guerra mondiale", ha affermato spiegando come "valga la pena pensare di cambiare la struttura del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in modo che rifletta la diversità del mondo".

"Dietro la loro arroganza, alcuni Paesi europei non si accorgono che loro stessi sono già diventati vassalli, spesso senza diritto di voto", ha poi accusato il presidente russo sottolineando come la guerra in Ucraina sia il risultato di anni di tensioni che sono ribolliti per diverso tempo. "Le tensioni si accumulano e si verifica un terremoto", ha detto. Il leader del Cremlino ha specificato che non è stata la Russia, ma l'Occidente a portare alla situazione attuale e agli eventi in Ucraina: "Non siamo stati noi, ma l'Occidente, a portare a ciò che sta accadendo in Ucraina. Abbiamo compiuto noi un colpo di Stato?".

E poi ancora: "L'Occidente non dovrebbe cercare di imporre dozzine di generi e parate gay agli altri Paesi. L'Occidente può fare quello che vuole ma non ha diritto di richiederlo agli altri". Poi un intervento sulla censura: "I nazisti hanno bruciato i libri, e in Occidente ora hanno censurato Dostoevskij e Tchaikovsky. Neanche durante la Guerra fredda si è arrivati a negare l'esistenza della cultura e dell'arte dei propri avversari come sta facendo l'Occidente moderno".

Il presidente russo ha risposto negativamente alla domanda se abbia la sensazione che il nemico in Ucraina sia stato sottovalutato. "Per otto anni hanno costruito fortificazioni nel Donbass", ha detto, "e abbiamo capito che questo processo sarebbe continuato" e se lo avessimo lasciato andare "le nostre perdite sarebbero state maggiori". Ha poi aggiunto di pensare costantemente ai soldati russi caduti in Ucraina, ma ha sottolineato che Mosca non aveva altra scelta che lanciare quella che chiama la sua "operazione militare speciale". Tutto ciò però non porterà a una nuova escalation.

"Per la Russia un attacco nucleare contro l'Ucraina non ha senso politico né militare". Putin ha detto di non aver "mai detto nulla di nostra iniziativa sul possibile uso di armi nucleari da parte della Russia, ma abbiamo solo accennato alle dichiarazioni rilasciate dai leader dei Paesi occidentali". "Finché esistono le armi nucleari c'è sempre il pericolo del loro utilizzo", ha aggiunto secondo quanto riporta l'agenzia Ria Novosti. La Russia, infine, è "pronta a risolvere qualsiasi problema" nel dialogo con gli Stati Uniti. La chiosa: "Gli Stati Uniti non hanno nulla da offrire al mondo se non il loro dominio".