Il Donbass ha un tesoro di terre rare, senza le quali oggi non si può più produrre neanche una forchetta. La solidarietà coi russi del Donbass da parte di Vladimir Putin è quindi una balla. La storia politica del mercato delle terre rare si fonda su quella degli idrocarburi: diventare leader mondiale con ogni mezzo. Siamo cioè all'antitesi del libero mercato (che produce pace), in favore di un monopolismo aggressivo che genera conflitti e si avvale di soft e hard power.

TERRE RARE - Secondo l'Us Geological Survey, la Cina è monopolista delle riserve mondiali di terre rare e metalli con il 62 per cento del totale. Seguono gli Stati Uniti con il 12,3 per cento, il Myanmar con il 10,5 per cento e l'Australia con il 10 per cento. Non a caso la Cina negli ultimi mesi ha aumentato il prezzo delle Terre rare tra il 50 e il 90 per cento. È probabile che in America, come in Australia e altrove, ci siano altre riserve di terre rare che non vengono utilizzate né dichiarate. Lo scorso 17 ottobre la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha presentato l'European critical raw materials act con queste parole: "Presto il litio e le terre rare diventeranno più importanti del petrolio e del gas". Vedi invasione del Donbass, appunto. Per capire quanto siano importanti le terre rare, basti ricordare che la domanda di questi minerali raddoppierà entro fine anni Venti, arrivando a 610mila tonnellate all'anno, mentre la domanda di litio decuplicherà. Il litio è ricercato per la produzione di batterie per auto, di cui la Ue vuole diventare leader entro il 2030, passando dal 3 al 25 per cento della produzione mondiale. Le maggiori riserve si trovavano in Australia, Sud America. Poi la Cina – che pochi anni fa produceva solo il 5,5 per cento di litio – ha rilevato la maggiore miniera australiana di litio, Greenbushes, diventando il leader mondiale. In Europa vi è litio solo il Portogallo, con l'1,3 per cento del prodotto globale. Altre ricerche sono in corso in Cornovaglia, Finlandia, Austria, Germania e Cekia. Per ovviare ai problemi ambientali, si cercano altre soluzioni rispetto allo scavo a cielo aperto. Il cobalto invece è presente in quasi tutte le nazioni europee. L'Ue con il Critical raw materials act (operativo dal 2023) ricerca accordi commerciali con i principali fornitori alternativi alla Cina, puntando poi alle risorse minerarie locali e alle miniere urbane del riciclo di computer e altri prodotti rottamati (in Italia ogni anno 300mila tonnellate). Si cercherà, inoltre, come in ogni surveyminerario, di incrementare la ricerca dallo spazio – di cui l'Europa è leader – tramite sistemi satellitari Gnss (a questo proposito si veda il Progetto spaziale Goldeneye).

MINERALI E TERRE RARE IN UCRAINA - Le terre rare ucraine non sono ancora state sfruttate. Nel Donbass e altrove sono stati individuati quasi 10mila depositi e siti minerari, con oltre 100 minerali distinti. Il valore delle risorse minerarie ucraine è stato stimato in 7,5 trilioni di dollari. Solo così si capisce appieno il perché dell'invasione russa, e anche perché all'Europa convenga tenersi stretta un'Ucraina integra indipendente.

FERRO, MANGANESE, GRAFITE - L'Ucraina possiede il 10 per cento del ferro mondiale, il 20 per cento delle riserve globali di grafite e le maggiori riserve di manganese in Europa.

NEON - Il gas neon, utilizzato per i microchip, proviene per il 90 per cento dal Donbass. L'azienda leader Iceblick è stata fondata 32 anni fa a Odessa, dove "produce il 65 per cento di tutto il neon del mondo ed è fornitrice privilegiata della Silicon Valley".

TITANIO E URANIO - Le riserve di uranio e titanio ucraine sono le maggiori in Europa.

LITIO - A Donetsk il gruppo australiano European Lithium prima dell'invasione aveva appena siglato un contratto esclusivo di estrazione, mentre la cinese Chengxin stava trattando delle concessioni.

GAS E PETROLIO NEL DONBASS - Mariupol è fondamentale per Putin perché, come spiega l'analista Marco Di Liddo del Centro studi internazionali (Cesi), "la Russia porrebbe una seria ipoteca sui giacimenti di gas nel mare d'Azov e sulla terraferma, dove vi sono depositi di rocce bituminose dalle quali si estrae il gas di scisto".

TERRE RARE IN ITALIA - In Italia vi sono risorse minerarie come il titanio (Liguria), il cobalto in Piemonte e in Liguria, dove per esempio è presente nella ex miniera di rame di Piazza, frazione di Deiva Marina (Spezia). Vi è del litio in Toscana (isola d'Elba e del Giglio, e antimonio, sempre in Toscana). È stata bloccata dall'ambientalismo e dal Tar Liguria la Compagnia europea del Titanio, che chiedeva indagini sul possibile sfruttamento del molto titanio presente nel Parco Beigua (Savona) per il quale si stimavano 500 milioni di ricavi annui. Le indagini minerarie potranno essere svolte solo nelle aree non protette (183 ettari su 458 totali). Idem nell'entroterra di Sestri Levante (Genova), dove i Comuni dell'area hanno chiuso le porte alle richieste di prospezione. Il problema, per ottenere indipendenza sulle risorse minerarie in Europa, sarà quello di conciliare la salvaguardia dell'ambiente con la sopravvivenza economico-politica, evitando di ricadere nella trappola russa del gas. La Cina, invece, non si fa problemi ecologici né di sfruttamento, quando vuole mantenere il monopolio delle Terre rare. Xi Jinping non si fa nemmeno problemi di etica geopolitica, quando pensa a invadere Taiwan per diventare leader mondiale dei semiconduttori.