Franco Esposito

Il capo ultra ucciso in un agguato. Affari criminali e interessi economici gli sporchi affari dei tifosi estremi. Le frange che dominano le curve allo stadio San Siro. Gestiscono parecchio di tutto, biglietti, bar, parcheggi. Qua e là insieme alle cosche. Durante la partita Inter-Sampdoria un settore dei tifosi interisti, la curva Nord, è stato svuotato dagli ultrà, a suon di spintoni e urla.  

L'azione è stata ordinata da alcuni capi appena è arrivata allo stadio la notizia della morte di Vittorio Boiocchi. Proprio lui, che si era riappropriato del governo della curva, a colpi di minacce armate e pestaggi, dopo ventisei anni di carcere. Con l'intento chiarissimo di voler moltiplicare il business personale e del gruppo. 

Un business ricchissimo su cui gli inquirenti stanno indagando per risolvere l'intricato giallo della spietata esecuzione di Vittorio Boiocchi. Il capo ultrà è stato assassinato sabato, sotto casa. Freddato a colpi di pistola, si vantava i guadagnare 80mila euro al mese con lo Stadio. Guadagni cospicui tra biglietti, parcheggi e paninari. Il blocco delle partite e dei concerti fa perdere soldi ai gestori del tifo estremo. Una scusa il sostegno a favore della squadra, per certi gruppi conta solo realizzare il massimo guadagno giocando sporco. 

Le società stanno a guardare? Assistono impotenti e punto? Davanti all'evidenza si girano dall'altro lato? Intanto anche i dirigenti sono stati vittime di pesanti minacce e ritorsioni. L'Inter si è dissociata dai gruppi organizzati (inventati, pensa te, da Helenio Herrera detto il mago, all'alba degli anni Sessanta) con un comunicato. "Bisogna condannare con fermezza qualsiasi forma di violenza". 

A San Siro, sponda Inter, i gruppi ultrà pare godino della collaborazione della 'nidragnheta di Melito Porto Salvo e di storici esponenti della criminalità milanese. Lo svuotamento della curva Nord dello stadio milanese è l'immagine della forza criminale che i gruppi ultrà non si preoccupano di nascondere. Anzi la esibiscono in ogni occasione. E non la manifestano solo in risse e scontri. Come quelli del 2018 che costarono la vita a Daniele Belardinelli. 

Forte di rapporti solidi con i clan Fidanza e Di Mauro, nella sua auto proclamazione Boiocchi avrebbe stabilito in una riunione nuove gerachie e settori d'interesse. Innanzitutto il business dei parcheggi, su cui si sarebbero concentrati anche gi interessi di alcune famiglie calabresi. I nemici storici, come la famiglia   

I gruppi bipartisan di tifo organizzato di Inter e Milan spartiscono onori e oneri con le cosche. Il business viene realizzato dentro e intorno allo stadio, con minacce e ritorsioni, Il business che Boiocchi si era ripreso con prepotenza, finendo per farsi troppi nemici in un mondo in cui, in sua assenza causa lunga detenzione, gli oppositori volevano mettere le mani. Se non lo avevano già fatto. La torta è grossa e appetitosa. 

L'intercettazione ormai arcionota ("Sto perdendo un casso di soldi con il blocco delle partite dei concerti...") è la prova più evidente dei loschi affari degli ultrà allo stadio San Siro. La gestione del business sarebbe stata affidata a ultrà storici, l'immancabile Franco Caravita e Andrea Beretta. Entrambi ascoltati dal pm Paolo Storati e dalla Squadra mobile. 

Questa brutta, bruttissima storia, racconta come alcuni dirigenti di società sportive, indagati e poi archiviati. Le vittime di pesanti minacce e ritorsioni. Ma gli interessi di Boiocchi si sarebbero spinti oltre. Uno su tutti, i paninari all'esterno dello stadio di Milano. "A due di loro abbiamo fatto avere il posto di lavoro". 

Ma a quale prezzo? Semplicemente questo: il pool Boicchi sarebbe riuscito a ottenere una quota parte su tessere e biglietti delle partite. Si dice oltre duemila. Una montagna di soldi su cui ora indagano Polizia e Procura. La questione ha assunto il colore di un giallo intenso.