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Franco Esposito

 

Gli avvocati della causa che sembra persa. Quella del maxi debito attribuito all'Ordine forense di Napoli. Un milione e centomila euro per tasse, imposte e sopratutto contributi previdenziali non versati dal 2008. Tre consiglieri dell'Ordine si sono dimessi e alcuni locali del tribunale sono stati imbrattati con vernice rossa. Inequivocabile il significato di alcune frasi. Una per tutte. "1.100.ooo euro. Fuori i ladroni". 

A Palazzo di Giustizia la tensione è alle stelle. Venerdì mattina la choccante scoperta in tre ambienti della "Piazza Coperta" della cittadella della giustizia. La sede della Camera penale. Ma soprattutto la stanza intitolata all'ex presidente dell'Ordine, Franco Landolfo. Una delle rampe imbrattata con vernice rossa e quella scritta offensiva che richiamava la vicenda con "l'ammontare esatto del buco". 

É bastato questo per dare il via a serrate indagini. Immediata la partenza. É probabile che almeno una delle telecamere del sistema di video-sorveglianza abbia ripreso scene utili all''individuazione del vandalico gesto. L'imbrattamento si sarebbe verificato nelle prime ore del mattino. Quando la Piazza Coperta è ancora deserta. A Napoli, si sa, gli avvocati amano non essere mattinieri. É molto più corretto che pensino e si èresentino freschi e riposati in tribunale. La scuola forense napoletano, poi, conserva il fascino antico. La storia di Napoli è piena di grandi avvocati, autentici principi del Foro. 

Secondo la giunta dell'Ordine forense, é predumibile che "l'anonimo writer abbia deciso di cimntarsi nel suo vile e inaccettabile sfregio presso le uniche sale non chiuse de Tribunale". Decini di professionisti non in regola con il pagamento delle quote erano stati convocati dall'Ordine  per "il pagamento di quote arretrate per regolarizzare la loro posizione, pena la sospensione dall'albo. La mossa ha indubbiamnete una valenza notevole, in quanto dettata dall'esigenza assoluta di scongiurare ulteriori problemi alle casse dell'organismo. La questione potrebbe aver inasrpito gli animi e rotto fragili equilibri. 

Ma quale valore è possibile attribuire all'imbrattamento dei locali con versione rossa? L'episodio è catalogabile intanto tra quelli che già hanno avuto presa sul pubblico: "non va preso sottogamba e va stigmatizzato con forza", indica la strada il presidente della Camera penale, Marco Campora. Perchè è sintomatico del clima pesantissimo che si è creato tra gli avvocati del Foro di Napoli in seguito alla omissioni contabili riscontrate presso il Consiglio dell'Ordine di Napoli.  "La Camera Penale non è coinvolta nella vicenda del buco". 

I penalisti intendono essere chiari. E assicurano che daranno vita a qualsiasi livello. Spariranno da via Caracciolo le scogliere cosiddette scogliere balneari. I penalisti si ritengono comunque dispiaciuti per l'accaduto. Sul pari che ne ufficializza posizione e fotografa la situazione con secchi clpi di flash. Su tutt incombono le corse dei cavalli. In prticolare quelli da trotto. Il presidente Campora si premura di prcisare: "é indubbio che non sono oggettivcamente noti solidi motivi sulla base dei quali ipotizzare eventualità responsabilità dei singoli". 

L'Ordine presieduto da Antonio Tammaro, per sanare il pesante ammanco, ha avviato un piano di rientro con l'Agenzia delle entrate. Da qui le dimissioni di tre consiglieri, Sabrina Sifo, Ilaria Imparato, Eugenio Pappa Monteforte. Le dimissioni sono sopravvenute dopo che i tre avvocati avevano proposto istanza di commissariamento dell'organismo. E nei giorni scorsi avevano presentato un esposto in Procura, ora al vaglio della sezione Pubblica amministrazione. Il fascicolo è aperto con l'ipotesi di peculato. Un'accusa indubbiamente pesante, la peggiore per gli avvocati di Napoli, ma tutta da provata. 

Al momento non ci sono indagati. Attraverso i legali Maurizio Rumolo e Luigi Sena, il direttore amministrativo dell'Ordine afferma che "non vi è stata alcuna sottrazione di risorse; la sofferenza contabile, causa di inadempienze tributarie, si è accumulata negli ultimi anni a causa di minori incassi, prima del trasferimento di molti avvocati a Napoli Nord". 

E non è tutto, all'ascolto delle motivazioni che reclama il presidente dell'Ordine. "Le mancate riscossioni in periodo covid 19 hanno avuto il loro peso. Anche a fronte di questa calamità, il Consiglio dell'Ordine ha continuato ad erogare tutti i servizi, senza aumentare la tassa di iscrizione". 

Comunque la giri la questione di questo maxi debito, come da antico credo, pare che gli avvocati "abbiano sempre ragione". Anche se in questa circostanza la più brillante delle arringhe forse non sarà sufficiente.