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Il divieto di importazione di prodotti che contribuiscono alla deforestazione è un primo passo importante dell’Unione Europea nell’applicazione del principio di reciprocità nel commercio con Paesi extracomunitari che non rispettano gli stessi standard ambientali, sociali e sanitari vigenti in Italia e in Europa.

È quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini a Bruxelles per il Global Food Forum di Farm Europe nel commentare l’accordo raggiunto dal Parlamento europeo e gli Stati membri dell’Ue per vietare l’importazione nell’Unione europea di diversi prodotti, come olio di palma, carne bovina, soia, legno, cacao e caffe quando questi contribuiscano alla deforestazione.

Quasi un prodotto alimentare su cinque importato in Italia non rispetta infatti le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori vigenti nel nostro Paese, spesso anche grazie ad agevolazioni e accordi preferenziali stipulati dall’Unione Europea.

A esempio dalle banane dal Brasile al riso birmano, dalle nocciole turche ai fagioli messicani, dal pomodoro cinese fino alle fragole dall’Argentina e ai gamberetti thailandesi sono molti i cibi accusati di essere ottenuti dallo sfruttamento del lavoro minorile.