ROMA\ aise\ - "Abbiamo accolto con attenzione le parole del neo Ministro Tajani, in occasione dell'audizione sulle linee programmatiche del Dicastero svoltasi nella giornata di martedì presso le Commissioni esteri congiunte di Camera e Senato, in ragione del bisogno, unanimemente condiviso, di una ventata di aria nuova all'interno di questo Ministero, condizionato da anni di immobilismo operativo che mal concilia con le nuove mission del Governo Meloni". Così in una nota Iris Lauriola, Segretario Nazionale del Coordinamento esteri della Confsal-Unsa.

"Alla luce di quanto emerso in audizione, - evidenzia la sindacalista - è chiaro che uno dei focus dell'azione ministeriale sarà proprio quello della valorizzazione del made in Italy e della promozione dell'internazionalizzazione delle PMI, anche alla luce del riordino dei ministeri, con le mutate denominazioni ministeriali e competenze che conferma appunto la preminenza della promozione del sistema Paese all'estero, anche attraverso la coralità dell'azione ministeriale. In questa prospettiva si rende ancora più urgente l'esigenza di armonizzare questa mission con un adeguato e proporzionato numero di unità di personale, soprattutto presso le sedi estere del MAECI, attualmente vessate da una penuria strutturale di dipendenti che rischia seriamente di compromettere la mission governativa. Purtroppo malgrado questa urgenza, durante la citata audizione non è stata posta abbastanza attenzione a questa tematica".

"Ricordo – spiega Lauriola – che il piano triennale dei fabbisogni (PTF) del Ministero per il triennio 2021-23 ha previsto l'assunzione di appena 985 AA.FF, il cui numero non arriva nemmeno a tamponare la copertura delle vacanze generate dalle collocazioni in quiescenza, con la conseguenza che continuano a mancare all'appello oltre 2000 impiegati rispetto ai valori della dotazione organica MAECI di 10 anni fa. La penuria strutturale di personale – aggiunge la sindacalista – è stata confermata anche dai dati emersi nella lista straordinaria 2/2022 alla luce della quale risultano essere coperti soltanto il 27, 54% dei 305 posti in pubblicità. Date queste premesse sarebbe da intendersi prioritario procedere con un potenziamento della presenza italiana all'estero, al fine di dare concreta attuazione a quanto auspicato dal Governo, senza trascurare tuttavia un urgente intervento di piena valorizzazione del personale a contratto, che – in questa fase di patologica carenza di personale – sta letteralmente reggendo sulle proprie spalle l'impalcatura operativa della rete estera, malgrado i limiti in termini retributivi, contrattuali e di diritti che quotidianamente vivono, nel silenzio dell'Amministrazione".

"Date queste premesse – sottolinea Lauriola - riteniamo impossibile avviare qualsiasi operazione di slancio all'internazionalizzazione se il personale all'estero deputato a dare supporto, in pratica, non esiste, e se quei pochi, reclutati in loco, sono sovramansionati e costretti a fare centinaia di ore di straordinario non retribuito e ad operare privi di istituti di tutela contrattuale e retributiva".

"La questione dell'incremento di personale è stata solo sfiorata dal Ministro, ma è inderogabile porre l'accento su questo aspetto, configurandosi come una vera e propria impalcatura del funzionamento del sistema Paese, segnatamente in una fase tanto delicata e complessa a livello internazionale, ed in questa prospettiva la imminente sessione di bilancio presso la Camera dei Deputati – conclude Lauriola – rappresenta un'occasione preziosissima per invertire la rotta in termini di ottimizzazione della funzionalità della nostra rete estera".