di ROBERTO ZANNI

Non c'è solo la Fiscalia dell'Uruguay che sta procedendo nei confronti di Aldo Lamorte per il reato commesso alla vigilia delle elezioni politiche italiane dello scorso 25 settembre. Infatti la frode di Lamorte - il voto nella campagna elettorale per il Maie effettuato con un plico appartenente a un'altra persona, registrato attraverso un video postato sui social (poi fatto sparire, ma era troppo tardi) - come avevamo annunciato, era arrivata alla magistratura italiana attraverso la denuncia presentata da Gente d'Italia che, grazie al collega Matteo Forciniti, aveva scoperto l'inganno. E in seguito al lavoro dello studio romano del noto avvocato Romolo Reboa (www.reboa.law) che ci rappresenta, ecco la prima buona notizia: anche la Procura di Roma ha iniziato il proprio iter, con l'avvio delle indagini su quanto accaduto a Montevideo lo scorso settembre.
Da aggiungere anche una considerazione: si parla sempre di lentezza della Giustizia italiana, ma in questo caso non sono passati nemmeno due mesi dalla presentazione fisica dell'esposto e già sono partiti gli accertamenti. Ricordiamo, per i distratti e soprattutto al signor Lamorte, che il reato in questione comporta sanzioni penali. Infatti l'Art.18 della Legge 459/2001, la legge Tremaglia, dice testualmente: "1. Chi commette in territorio estero taluno dei reati previsti dal testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione della Camera dei deputati, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, e successive modificazioni, è punito secondo la legge italiana. Le sanzioni previste all'articolo 100 del citato testo unico, in caso di voto per corrispondenza, si intendono raddoppiate". Ecco allora l'Art.100. "1. Chiunque, con minacce o con atti di violenza, turba il regolare svolgimento delle adunanze elettorali, impedisce il libero esercizio del diritto di voto o in qualunque modo altera il risultato della votazione, è punito con la reclusione da due a cinque anni e con la multa da 309 a 2.065 euro". 
E queste frodi violano la Costituzione italiana, che all'art. 48 recita come il voto sia "personale ed eguale, libero e segreto" oltre a ricordare che "la legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l'effettività". Ecco allora che con la Procura di Roma e la Fiscalia di Montevideo al lavoro, si può essere fiduciosi che i brogli architettati da Lamorte possano presto venire giudicati in Italia come in Uruguay con le sue poltrone (consigliere CGIE, membro Comites e parlamentare uruguaiano supplente) finalmente rioccupate da persone oneste.