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All'ultimo vertice dell'anno, i capi di Stato e di governo dell'Ue hanno invitato la Commissione europea a proporre delle misure per il miglioramento degli investimenti climatici e la competitività dell'industria europea in risposta alla legge Usa sulla riduzione dell'inflazione (Ira), considerata discriminatoria nei confronti delle aziende europee. L'Ira, approvata nell'agosto di quest'anno, prevede agevolazioni fiscali e sussidi pari a 367 miliardi di dollari per aumentare la produzione interna statunitense di veicoli elettrici, pannelli solari e batterie, ad esempio. Per Bruxelles questi sussidi creano una sleale concorrenza, poiché la maggior parte dei produttori di veicoli elettrici potrebbe delocalizzare negli Stati Uniti. Ad oggi, oltre il 25% delle auto elettriche viene prodotto in Europa, mentre solo il 10% viene prodotto negli Stati Uniti.

La legislazione statunitense prevede crediti d'imposta di 7.500 dollari a veicolo per i consumatori che acquistano auto elettriche, a condizione che queste soddisfino due condizioni: la prima è che almeno il 40% delle materie prime utilizzate nella batteria elettrica siano estratte negli Usa o in un paese con cui hanno un accordo commerciale. Ue e Stati Uniti sono grandi partner commerciali, ma non hanno un accordo del genere. Entro il 2026 la soglia per i crediti d'imposta sarà elevata all'80% delle materie prime. L'altra condizione è che almeno il 50% dei componenti della batteria sia fabbricato o assemblato negli Stati Uniti, in Canada o in Messico ed entro il 2029 tale soglia sarà portata al 100%. L'Ira prevede un generoso programma di incentivi anche in altri settori, come nuovi crediti d'imposta per promuovere la cattura del carbonio, l'idrogeno pulito e gli investimenti nelle tecnologie energetiche verdi e la mitigazione delle emissioni di gas serra. In queste aree, l'Europa è attualmente il leader del mercato mondiale.

"Dobbiamo dare la nostra risposta, la nostra Ira europea", ha dichiarato la scorsa settimana la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen al Parlamento europeo. Una task force congiunta Ue-Usa per risolvere le criticità del piano Usa rilevate dall'Ue non ha dato finora i risultati sperati. Germania e Francia hanno chiesto maggiore flessibilità nella normativa Ue sugli aiuti di Stato per gli investimenti nel settore verde, sulla falsariga del modello statunitense, e tempi di approvazione più ridotti nelle decisioni. Parigi e Berlino hanno anche suggerito di tenere future consultazioni tra Stati Uniti e Ue sui sostegni concessi all'industria.

Il problema centrale dell'Ue è che non tutti gli Stati membri hanno la stessa capacità fiscale per sovvenzionare la produzione. Cosa che potrebbe portare a una corsa ai sussidi anche all'interno dell'Unione con conseguenti distorsioni del mercato unico. La strategia franco-tedesca non contempla invece la proposta della Commissione di istituire un fondo per l'industria europea finanziato con prestiti congiunti dell'Ue. Parigi e Berlino vogliono attingere alle risorse non utilizzate del fondo di ripresa Covid-19, collaborare con la Banca europea per gli investimenti (BEI) e sviluppare i mercati dei capitali dell'Ue per avere accesso a ulteriori fonti di finanziamento. Una delle opzioni è il nuovo Fondo di sovranità europeo per sostenere i programmi industriali e di innovazione dei 27.

Mentre Washington e Bruxelles continuano a negoziare possibili misure per mitigare l'impatto sulle imprese europee ed evitare una guerra commerciale, l'Ue ritiene che siano comunque necessarie misure per mantenere la competitività e l'attrattività degli investimenti dell'Europa e ridurre la sua dipendenza da paesi terzi per le forniture essenziali. Nelle conclusioni approvate al vertice della scorsa settimana, i leader hanno sottolineato l'importanza di una "politica industriale europea ambiziosa per preparare l'Europa alla transizione ecologica e ridurre le dipendenze strategiche (...) nell'attuale contesto globale".

L'obiettivo, si legge, è "salvaguardare la base economica, industriale e tecnologica dell'Europa" in un momento di shock dei prezzi dell'energia e mantenere la "competitività globale" dell'Europa. La risposta dell'Ue all'Ira potrebbe prendere forma al vertice straordinario dei leader europei il 9 e 10 febbraio, dove i temi principali saranno l'immigrazione e la competitività globale dell'Ue. La  la cooperazione transatlantica sarà una delle priorità della Svezia che assumerà la presidenza del Consiglio dell'Ue da gennaio.