di Alessandro Camilli

Fiorello all'alba, niente meno lavora. E lavorando produce suoni, niente meno che suoni come fosse gente viva che lavora. Ma erano comunque suoni e rumori che prima non c'erano. E mai manca un cittadino/a all'erta e in vigilanza perenne che nulla di quanto non c'era prima ora accada ed esista. L'intera società è punteggiata di militanti e attivisti della purissima e intangibile immobilità e fedeltà al primigenio e naturale. Dove per primigenio si intende lo spazio temporale della residenza o abitudine del militante attivista in loco e per naturale si intende ciò che lui/lei hanno sempre visto. A codesta attività di tutela dell'immobile (inteso come proprietà immobiliare, ma più in generale e più profondamente come immobilità del panorama urbano e sociale, degli usi e costumi e sky line ed esistenziale routine) spesso si somma ed unisce  la fenomenologia umarell declinata come tutto in indignato populismo. Insomma: tu lavori dove e quando prima non lavoravi, c'è rumore e suoni che prima non c'era, quindi io protesto indignato. Ovviamente con toni e argomenti adeguati a come si protesta oggi: denunciando la tortura cui si è sottoposti e dichiarandosi vittime che gli schiavi al Colosseo al confronto...

Non dormiamo più! Ma davvero? - Una trasmissione, uno studio tv che lavora tra le sei e le sette del mattino? Ecco subito e totale il lamento dei condannati: "Non dormiamo più!". Secondo l'aritmetica sociale largamente in uso si moltiplica alla n infinita, si fa del parossismo gridato la normalità, si esagera spudoratamente. Non dormiamo più...Un rumore nuovo all'alba diventa subito una condizione letteralmente letale: la privazione di sonno. E la gente, e non puoi farci niente. E' la gente cresciuta, allevata, educata in e da una pedagogia sociale e culturale in cui il lamento è affermazione di cittadinanza. Lamento tanto più dignitoso e mirabile quanto più rancoroso e gonfiato fino all'iperbole. Se viene la tentazione di pensare che p...la gente che si sente in missione nella vita di complicare, se possibile, danneggiare, la vita altrui...Tentazione da scacciare e reprimere: quella gente siamo noi. Noi come ci compiacciamo di essere quando siamo gente.

Troppe risate, la denuncia - La denuncia circostanziata del disagio che Fiorello lavora all'alba apporta al vicino/a indignati comprende, testuale, "troppe risate". E quindi ce ne sarebbe per chiuderla qui, rispondendo alla domanda chi disturba chi in maniera netta. Ben più il vicino mugugnante di quanto non  faccia Fiorello. Ma forse e anche senza forse il vicino mugugnante non è il vero e primo molestatore. Non lui, non Fiorello. E allora chi?

Chi è che va per la città, per l'etere e per il web a narrar di "residenti infuriati"? La formula è standard ma non neutra. Residenti, tutti. Un popolo. Infuriati. Quindi non un accadimento del vivere, al contrario una vessazione che induce rivolta. Chi è che in giro a narrare in maniera grottesca la parodia di un dramma che non c'è? Chi è che indulge in stereotipi verbali, stereotipi di comunicazione che o sono solo pigri e ripetitivi ma alla fine e in sostanza corrivi? Corrivi di cosa e con chi? Corrivi col bisogno non solo di raccontarla grossa e gonfiarla (che pure ci sta) ma corrivi con disposizione e professionalità produttive a inventarla grossa e sempre la stessa: la gente sempre vessata e vittima di una eterna, invariabile e in fondo misera opera dei pupi dove il narratore ha a disposizione solo due-tre titoli (caos-tilt-rabbia) e il resto non sa. E se lo sapesse, non saprebbe dire.