"The art is very jealous, Tonino Guerra, writing images": dall'8  al 22 febbraio l'Istituto Italiano di Cultura di Melbourne e la Cinémathèque della metropoli australiana dedicano una retrospettiva ad Antonio "Tonino" Guerra  poeta, scrittore e sceneggiatore che ha collaborato con alcuni dei più importanti registi al mondo. Il professore di sceneggiatura Howard Rodman ha descritto il suo lavoro come "il filo coraggioso e morale che attraversa il tessuto del cinema modernista", ma la categorizzazione preferita di Tonino Guerra del suo contributo è stata semplicemente quella di affermare che "ha aggiunto una struttura". Eppure nemmeno l'autore più accanito potrebbe negare che Antonio "Tonino" Guerra (1920-2012) sia stato essenziale per la creazione di alcuni dei capolavori più influenti del cinema europeo. Poeta che dichiarava di aver iniziato a scrivere sceneggiature solo per pagare i conti, Guerra si formò inizialmente come insegnante e scrisse poesie – nel suo dialetto romagnolo nativo – durante l'internamento di guerra da parte dei nazisti. Solo a 32 anni si trasferisce a Roma e, grazie all'amicizia con il futuro regista Elio Petri, inizia a lavorare nel cinema, collaborando alle sceneggiature di Giuseppe De Santis. La svolta arriva con L'Avventura (1960) di Michelangelo Antonioni. Il leggendario autore ha descritto il suo processo di collaborazione con Guerra come fatto di "litigi lunghi e violenti", ma che ha trovato "molto utile". Collaborazioni così strette sarebbero diventate caratteristiche della carriera di sceneggiatore di Guerra: dei suoi 96 lungometraggi accreditati, dieci sono stati diretti da Antonioni, 11 da Francesco Rosi e 8 da Theo Angelopoulos. Ha collaborato in molti film con giganti come Federico Fellini, Vittorio De Sica, Petri, i fratelli Taviani e Mario Monicelli. Guerra, una volta, ha affermato, in riferimento alle sue collaborazioni con una tale varietà di registi, "ho una faccia diversa per ognuno di loro". Per Guerra, la poesia era un mezzo di immagini tanto quanto il cinema, e le sue doti per la metafora e il simbolismo si sarebbero rivelate essenziali nei film più acclamati, opere lente e riflessive di artisti del calibro di Antonioni, Angelopoulos e Andrei Tarkovsky, registi che, nelle parole di Guerra, "lasciare sempre gli spazi aperti". Programma della retrospettiva : Amarcord (1973) – 8 Feb, 7pm; Blow Up (1966) – 8 Feb, 9.20pm; Nostalgia (1983) – 15 Feb, 7pm; Il caso Mattei (1972), 15 Feb, 9.20pm; L'assassino (1961) – 22 Feb, 7pm; Il volo (1986) 22 Feb, 8.50pm.