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Topolino non si salva dai tagli. Walt Disney intende ridurre la propria forza lavoro di 7.000 unità, o il 3% del totale, nell'ambito di un piano di ristrutturazione che punta a realizzare 5,5 miliardi di dollari di risparmi nei prossimi cinque anni. Ad annunciarlo è l'amministratore delegato Bob Iger, da poco tornato alla guida della società.

Disney si sta "imbarcando in una significativa trasformazione" che si tradurrà in una "crescita e in una redditività sostenute nelle nostre attività di streaming, posizionandoci per navigare le sfide economiche globali e portare risultati agli azionisti", afferma la società. Il piano piace a Wall Street, dove i titoli salgono fino al 9% nelle contrattazioni after hours. La corsa è legata anche a una trimestrale sopra le attese, con utile e ricavi in rialzo. I ricavi sono saliti dell'8% a 23,5 miliardi, mentre l'utile è aumentato a 1,28 miliardi. Per Disney+ il trimestre ha registrato una perdita di 2,4 milioni di abbonati su un totale di 161,8 milioni. Nel complesso la divisione streaming ha generato 5,3 miliardi di ricavi, in aumento del 13%.

Per Iger si tratta di risultati soddisfacenti nell'ambito della battaglia avviata dall'investitore attivo Nelson Peltz, che vuole un posto nel consiglio di amministrazione della società e chiede una riorganizzazione per il rilancio.