Dopo la Seconda Guerra Mondiale, le microcarrozzelle sono state protagoniste dell'industria automobilistica europea. Economiche, efficienti e di dimensioni ridotte, rappresentavano un'ottima soluzione di mobilità per molte comunità che dovevano ricostruire. È così che sono nate le simpatiche Isetta, Goggomobil, Heinkel, NSU Prinz e Messerschmitt, solo per citarne alcune. E all'interno di questa specie in miniatura ce n'è una che ha catturato l'attenzione: la Peel P50, un veicolo passato alla storia per essere l'auto più piccola del pianeta e per aver ottenuto il Guinness World Record. Prodotta sull'Isola di Man, in Gran Bretagna, all'inizio degli anni '60, la Peel P50 era lunga solo 1,37 metri e larga 1,04 metri. Logicamente, aveva spazio per una persona e uno spazio extra per una borsa della spesa. Non ci stava di più. Con solo tre ruote e un'unica porta per entrare e uscire dalla minuscola cabina, il Peel fu prodotto per un periodo di tre anni (1962-1965). All'epoca costava appena 240 dollari e poteva percorrere fino a 160 chilometri con un gallone di carburante (3,78 litri). Essendo così piccola, pesava solo 59 chili, tanto che poteva essere sollevata dal conducente dalla parte posteriore e trasportata come un carrello della spesa. Ora due imprenditori hanno riportato in vita la Peel P50 producendo repliche costruite a mano del modello originale alimentate da motori elettrici o termici. La gamma è composta da tre versioni. Il prezzo? Si parte da 14.000 euro. Questa versione è dotata di un piccolo motore da 2 kW che raggiunge i 50 km/h ed è alimentato da una batteria che le garantisce un'autonomia fino a 80 chilometri.