BEETHOVEN (Depositphotos)

L'impressionante capigliatura di Ludwig van Beethoven sta fornendo nuovi indizi sui suoi problemi di salute ma anche su un segreto di famiglia. Di reperti in questo senso ce ne sono molti perché i suoi amici amavano conservare ciocche di capelli del grande compositore, e altri ne hanno strappate in memoria sul letto di morte. E ora, quasi due secoli dopo, un team internazionale di ricercatori ha esaminato alcune di queste ciocche per sequenziare il genoma del celebre musicista.

In un articolo pubblicato mercoledì sulla rivista Current Biology, gli scienziati hanno rivelato che stanno cercando di appurare attraverso i suo Dna, la causa della progressiva perdita dell'udito, dei disturbi gastrointestinali cronici e della grave malattia epatica di Ludwig, che culminò con la morte all'età di 56 anni nel 1827.  Storici e studiosi di medicina hanno a lungo esaminato i diari e le lettere di Beethoven alla ricerca di indizi sui suoi problemi di salute. Gli studiosi sono stati ispirati da un documento trovato un giorno dopo la sua morte a Vienna in uno scomparto nascosto della sua scrivania. Indirizzato ai suoi fratelli, Beethoven chiedeva che i dettagli sui suoi disturbi medici fossero resi pubblici dopo la sua morte. Ma dall'analisi è venuto fuori anche un vero e proprio colpo di scena. Ma andiamo per ordine. Nel 1994, i membri dell'American Beethoven Society, allora guidata dal musicologo William Meredith, autore dell'articolo, acquistarono una ciocca di capelli di Beethoven da Sotheby's a Londra.

Il capello, chiamato ciocca Hiller, dal nome del compositore Ferdinand Hiller che lo tagliò il giorno del funerale di Beethoven, fu esposto all'Ira F. Brilliant Center for Beethoven Studies della San Jose State University in California. Alcuni visitatori chiesero che fosse stato sottoposto al test del DNA. Alcune ciocche furono analizzate, ma la tecnologia per estrarre il DNA dai capelli all'epoca non era abbastanza avanzata.  Passarono vent'anni e Meredith viene contattato da Tristan Begg, un antropologo biologico e fan di Beethoven che aveva fatto il volontario al centro Beethoven quando era studente universitario il quale propose di rilanciare il progetto del DNA analizzando la ciocca di Hiller e altre ciocche di capelli del compositore. Un membro del consiglio di amministrazione dell'American Beethoven Society, Kevin Brown, acquistò altre ciocche di capelli di Beethoven da analizzare, tra cui un campione noto come ciocca di Stumpff. Alla fine, furono esaminate otto ciocche attribuite a Beethoven: dopo un intenso lavoro, biologi, genetisti, immunologi e genealogisti conclusero che c'erano abbastanza indizi sul Dna del grande musicista scomparso.

E in particolare, proprio la ciocca di Hiller che era diventata addirittura oggetto di un testo di studio, e base anche per un film, fosse da attribuire a una donna. I ricercatori hanno quindi analizzato anche campioni di saliva per i test genetici da cinque parenti maschi di Van Beethoven in Belgio. Avevano una buona documentazione genealogica che dimostrava un antenato comune con il compositore: Aert Van Beethoven, nato nel 1535. Hanno confrontato il cromosoma Y del genoma di Beethoven con quello dei cinque uomini viventi della linea Van Beethoven. Il cromosoma Y di un uomo rimane quasi identico a quello del padre e si trasmette di generazione in generazione.

Il risultato che ne è venuto fuori è che i cinque Van Beethoven viventi erano imparentati tra loro, ma non con Ludwig van Beethoven. In altri termini, il padre di un Beethoven non era il genitore biologico del bambino Ludwig e hanno quindi messo in dubbio la paternità del padre di Beethoven, il cui atto di battesimo non è mai stato trovato. La tesi più accreditata è che uno dei suoi antenati fosse risultato di una relazione extraconiugale: probabilmente il padre del compositore, Johann van Beethoven, non era cioé il figlio biologico di suo nonno.  Quanto ai malanni di Ludwig, il disturbo principale fu la perdita dell'udito, iniziata a metà dei suoi 20 anni. Soffriva anche di sintomi gastrointestinali debilitanti e di attacchi di itterizia. L'autopsia rivelò che aveva una cirrosi epatica, una pancreatite e un ingrossamento della milza.

I biografi medici hanno discusso su cosa lo abbia ucciso e se la sua malattia epatica fosse il risultato dell'eccessivo consumo di alcol o di qualche altra causa. "Nel 1802 Beethoven chiese che, dopo la sua morte, la sua malattia fosse descritta e resa pubblica", scrivono gli scienziati in uno studio pubblicato oggi dalla rivista scientifica Current Biology. "Sebbene non siamo riusciti a identificare una spiegazione genetica per il suo disturbo dell'udito o per i suoi problemi gastrointestinali, abbiamo scoperto che Beethoven aveva una predisposizione genetica alle malattie del fegato". I ricercatori non hanno trovato una invece causa genetica per la sordità o il mal di stomaco di cui ha sofferto per tutta la vita.