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L'aggressione a due donne senza velo a Shandiz sta facendo indignare e discutere l'Iran. Le telecamere a circuito chiuso di un negozio di alimentari della città nel Nord Est del Paese hanno ripreso il momento in cui un uomo, sostenitore del governo ultraconservatore, inveisce contro la madre e la figlia che non indossano l'hijab e gli versa addosso con violenza un vasetto di yogurt. Ma a differenza di quanto accadeva in passato il proprietario del negozio e un altro cliente si ribellano, cacciando l'aggressore dall'alimentari.
L'uomo è stato fermato per "disturbo all'ordine pubblico", ma anche le due donne sono state arrestate per aver mostrato i capelli in pubblico, mentre il negoziante ha ricevuto un ammonimento formale per aver consentito loro l'accesso nonostante non avessero l'hijab. 
Da mesi le donne iraniane guidano il movimento di protesta in Iran che ha fatto della battaglia contro il velo obbligatorio uno dei punti cardine di una piattaforma politica più ampia che chiede la fine della Repubblica Islamica e l'avvento della democrazia.
In un primo momento sembrava che le autorità iraniane avessero allentato la presa sulla società civile dopo la morte di Mahsa Amini: la cosiddetta polizia morale, che vigilava sui rigidi codici di abbigliamento imposti alle donne, è scomparsa dalle strade. Ma le autorità stanno usando altri metodi per far rispettare le loro regole contestate. Diversi negozi sono stati chiusi per aver consentito l'accesso a donne senza velo, molte ragazze continuano ad essere aggredite verbalmente o arrestate. E gli stessi funzionari pubblici hanno ripreso ad alzare la voce: nessuna tolleranza per chi non indossa l'hijab, ha dichiarato il capo della magistratura, Gholamhossein Mohseni Ajeei, secondo il quale togliere il velo è un'offesa al sistema e ai suoi valori, e deve essere punito "senza alcuna tolleranza".