di BRUNO TUCCI

Il linguaggio della politica, si predica da tempo, non deve andare oltre certi limiti. Essere avversari e pensarla diversamente non significa usare parole e gesti inqualificabili.

Purtroppo, questa elementare regola è come se non ci fosse: onorevoli e senatori se le cantano di santa ragione senza tener conto che dovrebbero essere loro i primi a dare il buono esempio. Non ci sentono e continuano imperterriti ad oltrepassare la volgarità. Il fatto è che anche certa stampa si adegua e non passa giorno (o quasi) che leggi o vedi servizi che non sono in sintonia con la deontologia della professione.

Gli esempi sono numerosi, ne vogliamo ricordare solo alcuni avvenuti nelle ultime settimane. Per prima, una vignetta pubblicata su un quotidiano che ritiene in questo modo di far satira e quindi di non essere censurabile. Nel disegno si vede una donna a letto con un uomo di colore che, per prudenza, chiede: “E tuo marito?”La risposta è questa: “Non preoccuparti, è molto impegnato nella difesa dell’etnia italica”.

Si dà il caso che  la protagonista femminile della vignetta non sia una signora eletta dal popolo, ma la sorella di un parlamentare di peso. Dove vogliamo arrivare, si chiede l’uomo comune?

Andiamo avanti: da giorni un giornale si sta occupando in maniera vistosa dei familiari della premier mettendo in risalto alcuni episodi al limite delle norme civili  e forse penali. E’ un modo come un altro per attaccare la premier. Non ci sono argomenti che suscitano la curiotà della gente e allora si va a scavare fino a trovare un particolare che possa danneggiare il presidente del consiglio, Lo stesso lo si fece tempo fa con i genitori di Matteo Renzi che alla fine di questa misera storia, furonoassolti per non aver commesso il fatto.

L’ultimo caso che vogliamo segnalare ha per protagonista il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna che  un video, poi fortunatamente rimosso, ritrae mentre in palestra allena i muscoli ed esclama.”Dammi la forza per un comunista in meno”. Non ci sono parole per commentare fatti del genere.

Come si può pubblicare su quotidiani di grande diffusione simili episodi? E come può il primo cittadino di una città toscana esclamare quella frase che abbiamo riportato?

Insomma, siamo al di là di ogni limite e il buon senso dovrebbe insegnare che la polemica in politica ci può stare, anzi è il sale della democrazia, ma un conto è attaccare un avversario nei limiti di un linguaggio consono con il posto che si occupa, un altro è accusarlo anche di colpe che non ha . In questo ragionamento non ha ragione di essere il sindaco di Grosseto che ha voluto ritirare il video, ma in ritardo tanto che la pezza è stata considerata peggio del buco.

Ora, al di là di quanto abbiamo ricordato c’ è da mettere in rilievo come sia scaduta la classe politica e come alcuni giornali seguano lo stesso percorso. Se poi, i nostri giovani, vivendo in un simile contesto, si comportano in maniera non adeguata, dobbiamo recitare tutti insieme il “mea culpa”. Senza elencare ricordi del tempo che fu (forse inadeguati con lo scorrere degli anni), sull’educazione e sul comportamento non ci possono essere pensieri diversi. In specie se ci si siede in Parlamento o si è un professionista dell’informazione.