di ALESSANDRO CAMILLI

Riscoperta, ripresa e rilancio di antica aspirazione popolare quella illustrata allo Spazio Officina organizzato dal quotidiano La Repubblica. La versione grezza ed antica, grezza e ruspante nelle modalità espressive ma profonda e penetrante nell’immediatezza dei contenuti, aveva elaborato il verso, il canto…”voglia di lavora’ saltame addosso ma famme lavora’ meno che posso” (versione in cadenza romanesca, ma se ne dispongono in tutti i dialetti, pardon lingue dei territori). Ora il livello dell’analisi dei bisogni e la raffinatezza dell’elaborazione teorica sono decisamente cresciuti e infatti in apposito video che dall’Officina Spazio viene e La Repubblica veicola finalmente si ascoltano le parole che annodano un filo della storia sempre negletto e che mostrano la trama di una nuova filosofia della storia. Eccole: “Il lavoro una forma di sorveglianza mentale…non è naturale, è culturale”.

Parole pronunciate, tra la compiacenza soddisfatta degli astanti e degli organizzatori, da Maura Gancitano autrice non a caso del testo “Chi me lo fa fare?”. Dunque nella natura umana, anzi nell’umano allo stato naturale non c’è il lavoro, il lavorare. Questo viene progressivamente imposto dalla cultura, intesa come organizzazioni (posticce?) quali economia, società, Stato…Fino a diventare quel che è adesso e quel che è la sua vera funzione: il controllo delle menti. Ci fanno lavorare tanto e sempre (chi?) per ostruirci il pensiero al fare altro (divertirci?). Da “proletari di tutto il mondo unitevi” a “voglia di lavora’ saltame addosso ma famme lavora? meno che posso”, dal socialismo al fancazzismo, dalla voglia e bisogno di fare la Storia alla voglia e bisogno di fare vacanza…

Usa dire: sic transit gloria mundi, capita anche alle migliori idee e più affascinanti valori di scolorire, appassire, talvolta svanire. Ma declinare nel ridicolo, nel grottesco, nel barzellettume da Camera Caffè e delibarlo come fosse sintesi che finalmente supera Marx più Confucio più Hegel e Adam Smith più Darwin…questo non era e non è obbligato e neanche usuale, Per riuscirci ci vuole tantissima abilità, tantissima. E pochissimo sapere, pochissimo. Altrimenti, senza il perfetto dosaggio di questi due ingredienti una roba come il lavoro “forma di sorveglianza mentale” è pietanza che non cuoce. Quanto poi a servirla come piatto “gourmet”…