Fabio Porta
di FABIO PORTA
Di fronte all'evidente abuso d'ufficio perpetrato dall'accoppiata Iannuzzi-La Morte ai danni del giornale GENTE D'ITALIA, e quindi di migliaia di connazionali privati da oltre due anni di quello che probabilmente era l'ultimo quotidiano italiano distribuito all'estero, il governo non ha avuto il coraggio di prendere le distanze da un palese atto di censura e rispondendo all'interrogazione urgente da me presentata in commissione esteri ha ribadito le "bugie dalle gambe corte" già espresse in altre sedi. Peccato, perchè il Sottosegretario Silli ha perso un'ottima occasione per ripristinare la verità dei fatti e riportare Comites e Ambasciata italiane a Montevideo al rispetto della legge e delle relative prerogative a loro assegnate.   La legge prevede infatti che queste due istanze esprimano un parere per attestare l'esistenza della testata, la regolarità della distribuzione e il rispetto della percentuale di scritti in lingua italiana; in alcun modo possono esprimersi nel merito della qualità e meno ancora sulla linea editoriale della testata.   Se ciò avvenisse, come purtroppo è avvenuto, si tratterebbe di un oltraggio all'art.21 della Costituzione che tutela la libertà di stampa.   Cosa mi ha risposto il governo ? Essenzialmente tre cose: 1) Che la distribuzione all'interno del quotidiano uruguaiano "El Paìs" non permetterebbe di valutare la reale distribuzione del giornale; 2) Che il giornale non ha una redazione e giornalisti ma attinge a notizie copiate da agenzie di stampa; 3) Che su GENTE D'ITALIA è in corso una indagine contabile richiesta dall'Ambasciata.  Per rispetto all'intelligenza dei lettori non occorrerebbe nemmeno contestare tali banali e contraddittorie affermazioni. Per sinteticità (rimandando tutti alla lettura del resoconto della seduta parlamentare) rispondo, come ho fatto oggi in commissione, che: 1) Distribuire un giornale all'interno del quotidiano più diffuso in Uruguay è la maniera più sicura e affidabile per avere certezza di una diffusione capillare ed estesa; 2) Solo chi è in buona fede può negare l'esistenza di una sede, di una redazione (peraltro formata da eccellenti professionisti) e di un Direttore (uno tra i pochi giornalisti professionisti tra le testate italiane all'estero), senza considerare che le agenzie di stampa esistono proprio per fornire comunicati e informazioni ai giornali e ai quotidiani; 3) Ad oggi non ci risulta nessun risultato dell'indagine sui conti del giornale e in ogni caso non è oggetto dei pareri di Comites e Ambasciata un'analisi tecnico-amministrativa della contabilità delle testate pubblicate all'estero.  Insomma, come direbbero i nostri nonni: errare è umano ma perseverare è diabolico, soprattutto se a farlo è un governo che dovrebbe correggere i suoi funzionari quando vanno al di là delle loro funzioni, rispondendo - sia detto per inciso - a interrogazioni identiche presentate da partiti di centro-sinistra (Porta-PD) e centro-destra (Menia-FdI).  In caso contrario l'auspicio espresso dal Sottosegretario di trovare nuovi fondi per la stampa italiana all'estero rischierebbe di diventare un'ennesima bugia, o meglio una buona intenzione non suffragata (anzi negata) dai fatti.