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ROMA – Quella del 2023 sarà ricordata come l’estate degli scontrini. Da quello, celebre, dei due euro per un piattino, a quelli che affollano i social in cui un paio di caffè costano decine di euro o i soldi vengono chiesti pure per tagliare a metà un toast. Quest’aumento dei prezzi, ottenuti a volte adducendo bizzarre ragioni, pare riguardare solo l’Italia.

L’aumento dei prezzi ha fatto calare le prenotazioni. Secondo i dati raccolti da Vamonos Vacanze (www.vamonos-vacanze.it), il tour operator italiano specializzato in vacanze di gruppo e per single, l’Italia è più colpita rispetto ad altri paesi come Francia, Grecia e Spagna. Così per il turismo interno, in quanto alle prenotazioni, questo agosto siamo al 70% in Sardegna e in Versilia, contro l’87% dell’analogo periodo del 2022. In tutt’Italia vi è un calo generalizzato del 15%, ma in alcune località si arriva anche ad un -30%. Come mai questa improvvisa inversione di tendenza? Basandosi su dati Demoskopika, la OTA Vamonos-Vacanze.it osserva un aumento sproporzionato dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) su base tendenziale per le voci di spesa incluse nei servizi di trasporto, con un incremento del 10% per l’Italia rispetto ad un meno significativo incremento della stessa voce per Francia (+6%) e Grecia (+1,4%) ed addirittura ad una rilevante flessione per la Spagna con un -16%. “Significativo è inoltre l’incremento dei prezzi dei servizi ricettivi e della ristorazione che in Italia registrano un incremento del 7,5%, contro il 6% della Spagna, il 5,6% della Francia ed il 5,7% della Grecia”, aggiungono gli analisti del tour operator, per i quali “in totale a livello nazionale la stangata ammonta a 4 miliardi di euro”.