PALERMO –  Torna in carcere il più giovane dei sette ragazzi accusati di stupro di gruppo a Palermo. Si tratta del giovane che era minorenne il 7 luglio, giorno della violenza su una ragazza al Foro Italico, e che era stato scarcerato nei giorni scorsi a seguito della richiesta avanzata dal suo legale. Il giudice aveva disposto per lui il collocamento in una comunità. Oggi i carabinieri della compagnia Piazza Verdi hanno eseguito una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale per i minorenni di Palermo. Il ragazzo è tornato nel carcere minorile Malaspina di Palermo dopo che la Procura per i Minorenni ha chiesto e ottenuto l’aggravamento della misura cautelare nei suoi confronti. Il nuovo arresto del più giovane dei sette ragazzi indagati per lo stupro di gruppo nasce dall’analisi del cellulare sequestrato al ragazzo e dal suo profilo su Tik Tok.

IL GIP: MINORE INSENSIBILE ALL’ATROCITÀ COMMESSA

“Un giovane che, lungi dall’aver avviato un percorso di consapevolezza del gravissimo reato commesso, avendo ottenuto condizioni di maggiore libertà con l’inserimento in comunità, ha continuato a utilizzare il cellulare per vantarsi delle sue gesta e per manifestare adesione a modelli comportamentali criminali”, scrive la gip del tribunale dei minorenni di Palermo, Antonina Pardo, nel provvedimento che dispone il carcere per R.P..

Tra le prove a sostegno della tesi della Procura anche una chat del ragazzo con un amico, avvenuta il giorno stesso della violenza sessuale: il dialogo tra i due “rivela inequivocabilmente l’estremo compiacimento” dell’indagato “rispetto a quanto accaduto – scrive la gip -, la sua totale insensibilità rispetto alla atrocità commessa, considerata fonte di divertimento, e il suo disprezzo per la vittima”.

“CI SIAMO DIVERTITI”, LA CHAT DEL RAGAZZO DOPO LO STUPRO

“Cumpa l’ammazzammu” (“Compare l’abbiamo ammazzata”), “Sviniu chiossai di na vuota” (“È svenuta più di una volta”) e “Ficimu un macello, n’addivirtemmu” (“Abbiamo fatto un macello, ci siamo divertiti”). Sono alcune delle frasi scambiate la notte del 7 luglio da R.P. dal più giovane del ‘branco’ con un amico. Il dialogo è contenuto nell’ordinanza con la quale la gip del tribunale per i minorenni di Palermo, Antonina Pardo, ha disposto nuovamente il carcere per colui che il giorno dello stupro non era ancora maggiorenne. A un certo punto l’amico riprende R.P.: “Però lariu è accussì” (“Però così è brutto”), e l’indagato risponde: “Troppo forte invece”.

GLI ALTRI 6 INDAGATI TRASFERITI PER QUESTIONI DI SICUREZZA

Intanto gli altri sei accusati della violenza sessuale hanno lasciato il carcere Pagliarelli di Palermo. Il trasferimento è stato disposto dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria su richiesta della direzione del carcere per motivi di sicurezza e vista l’impossibilità di potere garantire il divieto di incontro imposto dal giudice ai sei indagati dal momento che le sezioni protette del penitenziario sono soltanto quattro. Angelo Flores, Gabriele Di Trapani, Cristian Barone, Samuele La Grassa, Christian Maronia ed Elio Arnao sono stati trasferiti ciascuno in sei carceri diverse della Sicilia.