di FABIO PORTA

Una risposta evasiva e insoddisfacente quella di questo Governo alla mia interrogazione sull’opportunità e sulla necessità di rinnovare la Convenzione di sicurezza sociale con il Brasile.

Se da una parte infatti la sottosegretaria Maria Tripodi del Ministero degli Affari Esteri afferma nella sua risposta che il governo è perfettamente consapevole dell’importanza di assicurare una adeguata tutela previdenziale ai cittadini italiani residenti all’estero, dall’altra sostiene – in evidente contraddizione con le premesse – che l’aggiornamento dell’accordo, con l’eventuale estensione delle tutele previdenziali a nuove categorie (avevo sottolineato l’importanza di assicurare anche i dipendenti pubblici e i liberi professionisti attualmente esclusi dall’accordo) e la totalizzazione dei contributi versati nei Paesi terzi, “rappresenta una sfida complessa”.

Mentre io ritengo invece che non si tratti di una sfida ma di un atto doveroso da parte di un Paese democratico e civile garantire gli stessi diritti a tutti i lavoratori. Inoltre, secondo la sottosegretaria – alla quale comunque bisogna dare atto di avere gentilmente risposto ad una importante interrogazione – “non sono poche le difficoltà legate alla quantificazione e alla copertura degli oneri finanziari”.

Nella mia interrogazione avevo chiesto al Governo se alla luce della evoluzione dei sistemi previdenziali italiano e brasiliano dal 1977 (data dell’entrata in vigore dell’accordo) ad oggi, della presenza delle moderne mobilità internazionali di nuovi soggetti postulanti tutele e diritti, delle carenze dell’Accordo di sicurezza sociale attualmente in vigore tra Italia e Brasile in materia di soggetti e rischi tutelati, nei settori previdenziale, assistenziale e sanitario, della impellente necessità di includere nel campo di applicazione soggettivo dell’Accordo i dipendenti pubblici e i liberi professionisti finora esclusi e privati quindi di diritti elementari – non fosse assolutamente necessario l’avvio dei negoziati per la realizzazione del rinnovo dell’Accordo tra Italia e Brasile che contempli il necessario aggiornamento normativo e assicurativo.

In conclusione della sua risposta la sottosegretaria Tripodi ha comunque garantito che la Farnesina è in contatto con il competente Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per approfondire le implicazioni di natura giuridica e finanziaria, al fine di valutare la fattibilità di un riavvio dei negoziati con le Autorità brasiliane. Auspico le massime serietà e responsabilità.