Fabio Porta

ROMA - A 80 anni dal rastrellamento del quartiere ebraico di Roma da parte delle forze naziste, l’on. Fabio Porta, deputato PD eletto in Sud America, ha voluto richiamare l’attenzione su tali fatti presentando nella Sala Stampa di Montecitorio un docufilm che ricorda i tragici eventi con riprese sui luoghi e approfondimenti, anche alla luce degli ultimi studi dopo l'apertura alla consultazione della parte di Archivio Apostolico Vaticano relativo al pontificato di Pio XII.
La presentazione di “Quel sabato nero” di Fausta Speranza con la regia di Stefano Gabriele si terrà domani, 11 ottobre, dalle ore 16 alle 17. Il documentario sarà introdotto da Fabio Porta; interverranno poi gli storici Matteo Luigi Napolitano dell’Università degli Studi del Molise, Daniele De Luca dell’Università del Salento e Gabriele Rigano dell’Università Roma Tre. Porteranno il loro contributo, insieme all’autrice Fausta Speranza, anche: Fernando Terracina, ebreo scampato alla retata nazista; Massimiliano Cencelli, membro della famiglia che ha aiutato gli ebrei in fuga; Gianni Lattanzio, segretario generale Istituto Cooperazione Paesi Esteri (ICPE); e padre Norbert Hofmann, segretario della Commissione per i Rapporti Religiosi con l'Ebraismo della Santa Sede.
Dagli appartamenti di Mussolini alle stanze di Pio XII: la storia finora inedita della famiglia Terracina, scampata alla retata nazista al ghetto di Roma del 16 ottobre 1943, rivive con i protagonisti nel docufilm “Quel sabato nero”.
Le testimonianze di Milena, Fernando e Leone Terracina, che raccontano il loro vissuto in prima persona e quello dei genitori, si accompagna alla testimonianza di Massimiliano Cencelli, figlio dei coniugi riconosciuti tra i Giusti d’Israele per la mano tesa. Si tratta di testimonianze fuori dell’ordinario che dalla familiarità con il duce arrivano all’operosità dell’ufficio dei più stretti collaboratori di Papa Pacelli.
Inoltre è straordinario il contributo dei quattro storici di diversa estrazione che intervengono nel docufilm relazionando sugli ultimi studi dopo l’apertura alla consultazione della parte dell’Archivio Apostolico Vaticano relativa agli anni 1939-1958 del pontificato di Pio XII. L’accesso è stato possibile dal 2 marzo 2020, dopo che a ottobre 2019 Papa Francesco aveva deciso il cambio del nome: da Archivio Segreto Vaticano (Archivum secretum vaticanum) a Archivio Apostolico Vaticano. Si tratta di Matteo Luigi Napolitano (Università degli Studi del Molise) che è anche Delegato internazionale del Pontificio Comitato di Scienze Storiche; Andrea Ciampani (Lumsa), Gabriele Rigona (Università Roma Tre), Daniele De Luca (Università del Salento).
A Roma il dramma della Shoah si declina con “il sabato nero” della storia d’Italia: la retata nazista nel quartiere ebraico scattata alle 5.30 del 16 ottobre 1943. Oltre 1200 persone arrestate di cui 200 tra bambine e bambini. Dopo il rilascio di alcuni “di sangue misto”, 1023 saranno deportate ad Auschwitz. Torneranno solo in 16, 15 uomini e una donna.
Drammi accompagnati spesso da una sorta di afasia collettiva.
Per anni i testimoni diretti non sono riusciti a trovare le parole adatte a riferire quello che nell’immaginario anche verbale non sembrava essere stato concepito. Nessun termine poteva essere all’altezza del vissuto e nessuno sembrava davvero interessato ad ascoltare narrazioni dall’abisso di disumanità che era stato raggiunto. Alcune voci hanno fatto eccezione, altre le hanno seguite anno dopo anno. Quella della famiglia Terracina è rimasta inedita finora.
Va detto che senza il confronto con gli strumenti degli storici le testimonianze possono essere svilite dai negatori della Shoah che si attaccano a volte a normali errori di memoria per delegittimare tutto il patrimonio di testimonianza sulla deportazione e lo sterminio. Nel caso di Quel sabato nero ci aiutano gli storici più seriamente impegnati – con professionalità e onestà intellettuale – a tessere la tela della ricostruzione di fatti e ruoli. E ci hanno regalato la sintesi di studi che anche in questo caso hanno dell’inedito perché sono il frutto più recente del loro accesso alla parte di Archivio Apostolico Vaticano relativo agli anni di pontificato di Pio XII.
In definitiva il docufilm Quel sabato nero è un contributo, tra tanti, per rendere comprensibile esperienze al limite della comunicabilità.
Fausta Speranza, giornalista di L’Osservatore Romano, prima donna a occuparsi di politica internazionale per il quotidiano della Santa Sede, oggi nella redazione, dal 1992 al 2016 è al Radiogiornale internazionale di Radio Vaticana. Ha lavorato con Sergio Zavoli (RaiTv Diario di un cronista e Viaggio nella scuola, 2000-2001). Ha firmato per Rai Storia nella rubrica “Documentari d'autore” il reportage dal Messico Tra record di violenza e di bellezza (8 Giugno 2019) che ha vinto il Premio Libero Bizzarri al Giornalismo internazionale 2019. In Ghana ha documentato, entrando con la macchina da ripresa, il disastro di una delle più grandi discariche illegali di rifiuti elettronici al mondo, attestandosi tra i dieci finalisti del Premio Daphne Caruana dell’Unione Europea. Ha realizzato reportage anche da Europa, Canada, Stati Uniti, Medio ed Estremo Oriente, Africa. Collabora con Famiglia cristiana. Ha collaborato con Limes, RadioRai, il Corriere della Sera (intervista esclusiva alla super testimone del caso Spallone, aborti clandestini, 2000). Libri: per i tipi di Infinito Edizioni, autrice di Messico in bilico (2018), Fortezza Libano (2020), Il senso della sete (2022; con ristampa a giugno 2023 in italiano, in inglese, in francese). Tra gli altri premi, Premio letterario Ambasciatori presso la S.Sede 2022; Premio Giustolisi al Giornalismo d’inchiesta 2018.