(Foto archivio)

di RICCARDO GALLI

Dodici giorni dopo che a migliaia di Hamas hanno invaso per sterminare, razziare, decapitare, bruciare circa 1.400 ebrei meritevoli di eliminazione soluzione finale in quanto ebrei è finalmente quasi acquisito che quei 1.400 mitragliati e/o scannati sono un danno collaterale e che comunque non possono essere una “scusa” per bombardare Gaza da dove Hamas ha lanciato l’attacco, dove Hamas governa, comanda, dispone, bombarda. Dodici giorni sono bastati ad unificare ogni umore politicamente corretto in un altolà alla causa prima di tutto: Israele e la sua stessa esistenza. Hamas e la Jihad hanno il programma e ora la forma e la sostanza di un Isis palestinese?

Sì, certo, ma…Il movimento palestinese è in grandissima parte attestato sull’obiettivo-missione del ributtare amare gli ebrei e cancellare Israele dalla carta geografica? Sì, certo, ma…Le piazze e gli attentati e il terrorismo hanno un comune denominatore ed è l’avversione, anzi il disprezzo militante verso l’Occidente, usi e costumi e libertà e valori compresi? Sì, certo, ma…Ma è colpa, in fondo in fondo, degli ebrei. Degli Usa. Dell’Occidente. L’opinione che si vuole di sinistra, in Europa e soprattutto in Italia, non resiste a questa tentazione. Non resiste e talvolta, spesso, non si tiene. Ultimo esempio, uno dei tanti, forse solo il più evidente: il missile sull’ospedale.

La notizia all’italiana

Due giornali non certo tradizionalmente pro Israele, il britannico Guardian e il francese Liberation hanno provato a verificare e sono giunti alla conclusione che non è per nulla detto che la strage dell’ospedale venga da un bombardamento israeliano sull’obiettivo. Anzi, l’ipotesi più probabile è quella del razzo lanciato dall’interno della Striscia di Gaza, un razzo della Jihad verso Israele e caduto per mal funzionamento sull’ospedale. Ad analoga conclusione arriva la Bbc.

Ad analoga conclusione sono arrivati tutti quelli che provano e verificare. La ferocia e la strage per mano israeliana sono tutt’altro che una certezza, per nulla una circostanza acclarata. Concedersi il dubbio è una sorta di garantismo giornalistico verso le organizzazioni armate palestinesi. Ma non così la notizia all’italiana, i giornali fatti per partito preso e credibilità perduta (o forse mai avuta, neanche come obiettivo limite). Esemplare l’Unità: titolo su Israele che fa strage di bambini nell’ospedale, tutolo senza margine alcuno al minimo dubbio.

Poi al giorno dopo la scusa puerile che alla chiusura in tipografia del quotidiano non c’erano tutte le notizie e il titolo grottesco con il punto interrogativo? Infantilismo pecione, pecione si direbbe a Roma. Ma anche ferma convinzione settaria: Alessandro di Battista e/o Fratoianni non è che vadano a letto alle 19,30 (quando l’Unità dichiara la chiusura in tipografia). Loro le notizie del dubbio ce l’avevano eccome. Ma se il razzo fosse si Hamas, anche fosse è sempre colpa degli ebrei, degli Usa, dell’Occidente.